I 70 anni della Chiericati Vini
Botte dopo botte, bottiglia dopo bottiglia: la bella storia della Cantina Chiericati
Quest'epopea avvinata ha inizio con nonno Bruno che girovagava in bicicletta in qualità di rappresentante della Fabbroni Vini. Poi, nel 1950, a seguito di questa collaborazione nasce la Andreazzi-chiericati: quest'assemblaggio commerciale dura soli 5 anni per lasciar spazio solo alla Chiericati Vini condotta dal “Sciur Bruno” (così ribattezzato) e sua figlia Carolina. Agli inizi si importavano solo vini italiani prevalentemente piemontesi e toscani.
A spopolare e a imperversare sulle tavole goderecce di quell'epoca ci pensava la Barbera.
Nel frattempo, corre il 1959, cupido (sicuramente imbevuto di Barbera) decide di testare le sue abilità da tiratore scelto trafiggendo a Lido Camaiore (Lucca) i giovani Carolina Chiericati e Angelo Cavalli. Dopo qualche tempo, galeotta fu una pompa del vino rotta.
Sciur Bruno chiama ad aggiustarla il giovane Angelo, che già stimava per la sua intraprendenza e laboriosità. Alla figlia intima - ma loro già si amavano - “Questo sarebbe un uomo da sposare”.
Nel 1963 si sposano ed Angelo si getta a capofitto nell'azienda dandole una scossa energetica e imprenditoriale. La prima progressione qualitativa si manifesta con il trasferimento in via Convento a Bellinzona (sede attuale). Poi, lo spartiacque (meglio vino) di questa vicenda risiede nel 1986: la caduta in picchiata della Barbera a causa del metanolo.
Svanita la fonte primaria di guadagno Angelo decide che è tempo di produrre il proprio vino: seleziona i primi conferitori e con 12'000 kg d'uva debutta alla vinificazione nel 1987: nasce il Merlot in purezza “Convento”.
A battezzare il primo vino e a corroborare l'azienda ci pensa l'importane premio Gabbani. Angelo si forma a Changins e la Chiericati progredisce costantemente fino ad arrivare, nel 1990, a produrre il suo primo barricato. Ad istigarli, ci pensa l'inossidabile ristoratrice Agnese Broggini del ristorante stazione d'intragna palesando a più riprese l'esigenza di un vino più strutturato e longevo.
Dopo qualche riflessione le preghiere dell'ostessa vengono accolte e viene invitata alla prima degustazione. La signora, estasiata, dopo averlo assaggiato sussurra “che sinfonia”: da qui il nome del vessillo qualitativo della Chiericati.
A rafforzare il tutto, nel 1984 l'arrivo in azienda dell'infaticabile figlia Bruna (per gli amici nata in una botte), anch'essa diplomata a Changins e a completare l'opera nel 2019 la quarta generazione che assume la fisionomia moderna del nipote Luca (anch'egli sulla strada di Changins).
In questi 7 decenni da famiglia avvinata a dettare le stagioni agrodolci della vita ci hanno sempre pensato la vite, il vino e l'autunno: nell'ottobre 2003 Bruna si diploma a Changins, il 22 settembre 1993 nasce Luca e nel 2000, durante la vendemmia e l'inaugurazione della nuova cantina, Angelo avverte il primo malore.
Nel 2019 viene a mancare e succede durante le cantine aperte: di sicuro, a rimanere aperta è la sua dedizione e il suo spirito imprenditoriale marchiato a vino su tutta la famiglia.
Sicuri, che dopo aver riorganizzato le cantine celestiali in modo paradisiaco, stia brindando felice a questa sinfonia Chiericati lunga ben 70 anni.