Anna Oliverio Ferraris: la famiglia
Avvincente viaggio tra storia e futuro con Anna Oliverio Ferraris
Un lungo viaggio nella famiglia che cambia e che oggi è confrontata con un'accelerazione continua tra relazioni fragili, progetti da adattare ai figli, comportamenti che vengono ispirati o dettati dai social, esercizi di interazione che devono fare i conti con spinte all'individualismo, sciami di contraddizioni.
Pensiamo al consumismo, al mito dell'avere, all'esasperazione del profitto mentre si espande la disoccupazione che moltiplica le fatiche per sbarcare il lunario. E i genitori devono reggere il timone della navigazione in un mare agitato, dove si può perdere facilmente la rotta.
Anna Oliverio Ferraris, storica docente di Psicologia dell'età evolutiva all'università “La Sapienza” di Roma, psicoterapeuta e scrittrice, ha esplorato questa struttura che resta comunque primaria anche nella società del XXI secolo. L'esperienza di questo intelligente viaggio, tra storia e futuro, senza concessioni a luoghi comuni o moralismi di sorta, è confluita nelle pagine di uno stimolante libro, molto indicato per famiglie, docenti, educatori ma anche mondo del lavoro e della sanità.
Titolo plastico, essenziale all'estremo: “Famiglia”, pubblicato dalla Bollati Boringhieri. Abbiamo posto alcune domande all'autrice di questo manuale, consigliabile a tutti coloro che hanno a cuore le sorti di quella che rimane la base della società.
Nelle pagine, con una nitida TAC, si trovano le indicazioni – suggerite e mai calate dall'alto – frutto di esperienza maturata sul campo e fruibili con buon profitto da chi vuole testarne l'efficacia.
I genitori devono reggere il timone della navigazione
in un mare agitato, dove si può perdere facilmente la rotta.
Anna Oliverio Ferraris, che idea s'è fatta lei personalmente dell'evoluzione della famiglia dopo questo nuovo viaggio fra i molti itinerari della modernità?
La famiglia è strettamente legata alle condizioni economiche, culturali, religiose e al contesto in cui vive: c'è una continua contaminazione. Abbiamo visto che per secoli è andata avanti la famiglia patriarcale; poi, ad un certo punto, cambiando le condizioni di vita, specie economiche, con l'industrialismo e la modernità, la tipologia della famiglia si è ampliata a sua volta. I mass media, la cultura, il cinema unitamente a nuovi metodi educativi ispirati a principi diversi hanno fatto la loro parte. Si è affermato anche un maggior senso di libertà individuale, il ruolo della donna ha guadagnato posizioni e quello del padre sta conoscendo nuove responsabilità che sono anche opportunità. Come ovunque persistono tuttavia anche tipologie di famiglie vecchio stile, a dipendenza del territorio. Una famiglia islamica, ad esempio, è spesso di tipo patriarcale anche se la donna lavora; i rapporti tra i componenti rimangono di tipo tradizionale, regolati da fattori religiosi, abitudini consolidate, autoritarismo praticato e persistente. La famiglia evolve in continuazione, ora più veloce, però ci sono anche forze che frenano. Ci vogliono sempre una-due generazioni prima del consolidamento.
Siamo passati da un rapporto di tipo complementare con ruoli ben definiti ad uno di tipo simmetrico con parità di ruoli, dove conta l'affiatamento della coppia in prima istanza…
Alcuni Paesi, specie nel Nord Europa l'hanno già messo in atto, anche perché aiutati dalla politica, con congedi parentali. La stessa Svizzera ha approvato con il voto del 27 settembre di quest'anno un congedo di paternità pagato di due settimane. È il riconoscimento di fatto che la cura di un figlio appena nato spetta anche al papà. Anche se non è una parità assoluta, c'è una spinta generale in questa direzione.
Due cifre a confronto spiegano però la forbice ancora esistente in materia: dai
105 giorni di congedo in Norvegia si arriva a quota 7 in Italia. Il cammino da fare resta lungo. Sono entrati in gioco dal 1989 anche i documenti della Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo, riconosciuto come individuo da rispettare e ascoltare. Permane alquanto esteso purtroppo il disprezzo della vita dei figli, trasformati anche in un'arma di vendetta spesso contro la moglie.
Famiglia ai tempi del coronavirus: a dura prova la tenuta. In questi mesi si vedono pesanti e peraltro previste conseguenze: troppa famiglia fa male, con rischio di implosione, soprattutto per chi ha figli adolescenti. Molte coppie anche consolidate stanno saltando…
Nell'adolescenza i figli cercano di svincolarsi dai genitori anche emotivamente, per rendersi via via più autonomi e responsabili. Trascorrono molto tempo con gli amici e non solo a scuola. Il lockdown nel giro di poche ore ha confinato i ragazzi in casa, con una tolleranza che non è stata da tutti ben sopportata. Indubbiamente un figlio, quando deve stare per 24 ore con i genitori, rischia di essere un po' infantilizzato. Difficile che i genitori si trattengano dal controllare su ciò che i figli fanno, in più c'è il fattore della didattica a distanza, con i genitori trasformati soprattutto le madri - in insegnanti. La pressione innescata dal virus è stata notevole e non si sa fin quando si protrarrà. Alcuni hanno poi mantenuto difficoltà ad uscire di casa, un po' perché abituati a restare al chiuso e un po' perché spaventati o diffidenti con il risultato che molte attività sono state sacrificate.
E siamo alla metafora del porcospino di Schopenhauer e al bisogno di sani confini: lontani si può morire di freddo, vicini ci si ferisce. Difficile trovare la giusta distanza…
Nel tempo lungo e sospeso del coronavirus le difficoltà si sono accentuate notevolmente, anche in seguito agli ambienti in cui ci si è trovati a vivere, chi in case con giardino chi dentro appartamenti spesso ristretti. Molte famiglie sono state messe a dura prova. Decisamente negativa è stata l'interruzione della scuola, con la prolungata didattica a distanza, che ha trovato molti impreparati a vari livelli.
Lo spettro è ampio: famiglia autoritaria, permissiva, iperprotettiva, respingente/trascurante, autorevole e democratica. Difficile passare dal modello alla pratica.
Bisogna impegnarsi, ancor più dove l'ambiente non aiuta. Facciamo il caso del computer, che è sempre stato utilissimo nei mesi del confinamento, ma proprio il gran numero di possibilità può rappresentare un limite con elevato rischio di perdersi. Occorre l'assistenza dell'adulto, in particolare per i bambini che sono molto esplorativi che trovano un mare aperto in cui navigare.
Una famiglia in cui entrambi i genitori lavorano non sa dove mettere il bambino quando anche la mamma deve riprendere l'attività…
È una casistica frequente. I costi in certi asili nido sono elevati e talora assorbono quasi le entrate del lavoro materno, con interrogativi se valga la pena di tanti e tali sacrifici. Non è un caso se nel mondo occidentale si assiste al crollo della natalità e in alcuni Paesi i figli unici stanno raggiungendo ormai il 50 per cento: proprio per la grande difficoltà di aver tempo e denaro per due figli.