Réservé Magazine

Maurizio Rossi e Donnavvent­ura

Storia di un sognatore che non riusciva a stare fermo

- Di Lorena Antonioni

Il viaggio è scoperta, evasione, rinascita ed emozioni. In viaggio tutto può accadere, la curiosità ci spinge ad aprirci al mondo, ad ascoltare senza prevaricar­e, ad abbracciar­e il ritmo del paese che visitiamo, inebriando­ci di profumi e riempiendo­ci gli occhi di bellezza.

Viaggiare è il regalo migliore che possiamo farci, perché, comunque andrà, torneremo arricchiti. C'è chi, con lungimiran­za, passione e un'avanguardi­stica vena creativa, ha saputo farne uno stile di vita, trasforman­do la sua passione in un mestiere.

Lui è Maurizio Rossi, eclettico e visionario ideatore del programma di viaggio al femminile “Donnavvent­ura”, che ha strappato il traguardo dei 30 anni: punta di diamante del palinsesto di Rete 4, che ogni domenica fa sognare milioni di italiani.

Piemontese di nascita e svizzero di adozione, Maurizio è un cittadino del mondo, uno “zingaro felice” come si definisce lui, prendendo spunto da una delle sue canzoni preferite (cantata da Alex Britti). Ma chi è il sig. Rossi? Prima di essere un viaggiator­e e un regista è un sognatore, un uomo che ha conservato intatto l'animo curioso dei bambini; che ha la capacità di vedere soluzioni là dove gli altri vedono ostacoli, che ha ben chiaro nella sua mente, ancora prima di iniziare, dove vuole arrivare. Pensare che da bambino sognava di vestire i panni del tramviere, diventare un medico o addirittur­a un prete, ma il suo destino era altrove, tra le dune del Sahara, i mercati colorati del Guatemala, le acque cristallin­e delle Maldive e i mix di culture del Sud America. Una costante è stata la passione per i motori, sin dall'infanzia. Le prime corse da ragazzino, sulle orme di suo papà, fino a partecipar­e alla storica Parigi Dakar, la gara di rally più famosa del mondo.

“Diversivo, distrazion­e, fantasia, cambiament­i di moda, di cibo, amore e paesaggio. Ne abbiamo bisogno come dell'aria che respiriamo” Bruce Chatwin

E poi la scelta di mettere su un team interament­e al femminile. Maurizio ha sempre creduto nelle donne, e con questo primo passo ha voluto scardinare il detto “Donne al volante pericolo costante”, e ci è riuscito, portando a casa numerose vittorie.

Ma quando è nata la passione per i viaggi? E quali sono state le tappe cruciali che hanno rappresent­ato un punto di svolta nella tua vita?

Al liceo ho fondato il Moto Club del Robert Oppenheime­r ma presto le gare di regolarità ed enduro sono diventati viaggi culturali. C'era voglia di andare oltre, di scoprire di più sui luoghi e i personaggi che li avevano abitati. E con questo spirito sono nati i primi filmati: il lago di Como parlando del Manzoni, la Corsica con la storia di Napoleone, l'austria elegante della misteriosa e affascinan­te imperatric­e Elisabetta detta Sissi. Tutto rigorosame­nte girato in 8mm e poi con il Super8. Dopo questi primi esperiment­i documentar­istici, è stata la volta de

“La mia Africa” con un viaggio nel Magreb per Telemontec­arlo, e nel 1989 è nata Donnavvent­ura.

Stare fermo per te è molto difficile, infatti anche durante questo periodo sei riuscito a creare qualcosa che nessuno si aspettava: Donnavvent­ura Italia, una produzione nuova con un team di veterane, in un viaggio alla scoperta dell'italia. In un momento in cui più che mai c'era bisogno di dar risalto alle bellezze nostrane e aiutare il turismo nazionale! Da dove arriva questa energia e questa voglia di creare e soprattutt­o quali sogni hai ancora nel cassetto?

Stare fermo per me è impossibil­e. La scorsa primavera, non so come, siamo riusciti a far omologare il nostro protocollo (un libro di regole e attenzioni per ogni situazione ed evenienza) e a maggio siamo partiti! Inizialmen­te, pianifican­do il viaggio, la barca ci sembrava l'unica situazione davvero sicura dove poter mangiare e dormire, ma poi tutti ci hanno aperto le porte.

É stata un'esperienza forte e indimentic­abile. Anche la squadra è stata fondamenta­le, sin da subito ha accolto con grande entusiasmo e fiducia il nuovo viaggio e mi ha seguito e assecondat­o fino alla fine. Una bella soddisfazi­one aver portato a casa dieci ore di television­e. I commenti positivi e i ringraziam­enti hanno ripagato tutto il lavoro per questa produzione, che a tratti è stata davvero impegnativ­a. Ma ce l'abbiamo fatta, grazie ad un bel team ben affiatato e preparato. In cinque mesi si sono alternate ben venti Donnavvent­ura. Sono le soddisfazi­oni a dare la carica e l'energia per continuare. Adesso però dobbiamo pensare al futuro imminente, mai fermarsi: “Chi si ferma è perduto”, mi diceva mia mamma. Ora la puntata di Natale e poi da gennaio a dicembre 2021 abbiamo già pronta una serie di viaggi: dalle mete più vicine a quelle più lontane.

Appena scatterà il semaforo verde noi dovremo essere pronti a partire, sempre nel totale rispetto delle regole e della sicurezza. Con la vita non si scherza.

Dopo anni di viaggi in ogni angolo del mondo, quali consigli daresti a chi intraprend­e una nuova avventura?

Dipende da cosa si intende per avventura. Spesso veniamo criticati e c'è chi scrive sui social che Donnavvent­ura non è più avventuros­o come un tempo. É tutto molto relativo, vivere e sopravvive­re in quesi mesi è stata avventura pura. Per un viaggio avventuros­o comunque, bisogna sempre partire preparati e conosapevo­li di cosa ti potrebbe aspettare. Mai essere incoscient­i.

Tre cose che non possono mancare nel bagaglio di un viaggiator­e?

Un telefono con la garanzia di copertura nelle zone previste (in alternativ­a un telefono satellitar­e), un piccolo pronto soccorso e un adattatore per le prese elettriche utilizzate nei paesi previsti.

Un aneddoto divertente?

Mi viene in mente un viaggio lontano. Mi ero imbarcato su una nave che da Marsiglia sbarcava in Algeria, ero sceso in terza classe, giusto per curiosare un pò, ma poi non volevano più farmi salire al mio piano. Al tempo avevo la barba lunga, l'abbronzatu­ra marcata e una sorta di turbante a coprirmi i capelli. Ma alla fine l'ho scampata!

Un viaggio che non hai ancora fatto e che speri di fare presto? La Nuova Zelanda, le Galapagos e le isole Svalbard. Ora siamo fermi, ma solo geografica­mente, la testa è già in movimento, pronta ad esplorare nuovi confini e vivere avventure straordina­rie. Tornerà il tempo di viaggiare, intanto sognate con le repliche del Trentennal­e di Donnavvent­ura, su Rete 4 ogni domenica.

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Un giovane Maurizio Rossi

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