Corriere della Sera - La Lettura
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ODORICO DA PORDENONE Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum Edizione critica a cura di Annalia Marchisio EDIZIONI DEL GALLUZZO Pagine VIII-643, € 95
Il frate missionario Odorico Mattiussi, poi detto Odorico da Pordenone, nasce a Villanova di Pordenone in un anno non identificato con precisione tra il 1265 e il 1270. Ancora adolescente entra in convento e viene ordinato sacerdote francescano. Animato da un forte fervore religioso, decide di recarsi in Oriente come missionario per diffondere la fede cristiana. Partito dopo il 1317, attraversa la Turchia, la Siria e l’Iraq, giunge in India e visita l’isola di Ceylon. Approda in Cina e si ferma tre anni a Pechino, alla corte dell’imperatore Yesün Temür Khan, pronipote del sovrano Kublai Khan che nella seconda metà del secolo precedente aveva ricevuto Marco Polo. Nel viaggio di ritorno Odorico passa dal Tibet ed è il primo europeo a visitare Lhasa. Giunto a Padova nel 1330 viene ospitato nel monastero presso la basilica di Sant’Antonio, dove detta il racconto dei suoi viaggi al frate Guglielmo di Solagna. Il testo viene pubblicato con il titolo Relazione sulle meraviglie dei Tatari orientali: (all’epoca i mongoli, padroni della Cina, in Occidente erano chiamati tatari). Quindi Odorico intraprende un viaggio alla volta di Avignone, dove risiedeva il Papa. Ma si ammala durante il tragitto e torna a Udine, dove muore il 14 gennaio 1331. Per l‘opera svolta in Asia Odorico viene chiamato «l’apostolo dei cinesi». È stato beatificato nel 1755 da papa Benedetto XIV. L’immagine Particolare dell’Arca di Odorico da Pordenone nella Chiesa del Carmine di Udine