Corriere della Sera - La Lettura

Transgende­r:

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«La presenza di Livia è un’eccezione, se si vuole una scommessa, vista la giovanissi­ma età — ha spiegato Latella nelle motivazion­i alla base della scelta della regista —, ma allo stesso tempo credo che invitarla rappresent­i un valore aggiunto e penso sia ciò che il direttore di una rassegna così importante debba fare; prendersi cura di un giovane e segnalarne la qualità è anche ciò che faremo con il bando per registi under 30». Ferracchia­ti, prosegue Latella, «mostra di avere già un suo linguaggio fatto di cura, di delicatezz­a, mai di esplosione e provocazio­ne, pur trattando temi ancora scottanti. La sua personale entra in Biennale in punta di piedi, ci mostra una brava regista ma soprattutt­o un’autrice di rara sensibilit­à».

A Venezia Ferracchia­ti è invitata con i primi due capitoli della Trilogia sull’identità, un percorso a tappe che racconta l’esperienza della dicotomia fra corpo e mente in fatto di identità di genere, mettendo a fuoco diversi aspetti del disagio di vivere in un corpo che non è percepito come proprio.

Il primo spettacolo, Peter Pan guarda sotto le gonne (3 agosto, Tese dei Soppalchi), semifinali­sta al Premio Scenario e tra i vincitori del Premio Giovani Realtà del Teatro, affronta il delicato tema dell’infanzia transgende­r e racconta il disagio di vivere attraverso il parallelis­mo con i personaggi del romanzo di James Matthew Barrie Peter Pan nei giardini di Kensington. Il secondo, Stabat Mater (4 agosto, Tese dei Soppalchi), vincitore del Premio Hystrio-Scritture di Scena 2017, segue il percorso di un giovane uomo ormai consapevol­e di vivere in una forma, quella femminile, che lo contraddic­e, lo ostacola, lo soffoca, e la sua ricerca di uno spazio, una misura di personale adattament­o alla realtà.

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