Corriere della Sera - La Lettura
Qui tutto diventa concerto: l’opera mescola parole e canto
Al centro della ricerca della regista tedesca c’è la musica, ed è dal mondo musicale che i suoi più importanti lavori prendono ispirazione. «Nel suo teatro tutto è partitura, tutto è drammaturgia, tutto si amalgama e si fa concerto» spiega Antonio Latella che l’ha voluta tra le donne di questa edizione. «Spesso capisco i musicisti meglio degli attori» ha dichiarato lei in un’intervista.
Alla Biennale presenta due spettacoli, Tristan oder Isolde (4 agosto, Teatro alle Tese: il titolo significa «Tristano o Isotta») e Alla fine del mare (5 agosto, Teatro Piccolo Arsenale). Tristan oder Isolde — presentato al Festival di Zurigo nel 2013, è tra i lavori più acclamati della regista — è dichiaratamente un pastiche, elaborato a partire dai resti della scenografia di Anna Viebrock per l’opera wagneriana diretta dallo svizzero Cristoph Marthaler, del quale la Mahler era stata assistente.
Basato sul film di Fellini E la nave va (1983), Alla fine del mare mette invece in scena un gruppo di stelle della lirica ormai decadute in viaggio su un piroscafo. Una società di lusso elitario in miniatura che funziona secondo regole proprie. Si esprimono con il linguaggio del canto, i loro gesti sono quelli della grande opera. L’incontro inaspettato, in mare aperto, con dei rifugiati di guerra, apre una breccia nel loro microuniverso: lo straniero, che in precedenza avevano sempre rifiutato con fermezza nel loro mondo, viene accolto. E la collisione tra questi due mondi così diversi finisce per raccontare molto del nostro presente.