Corriere della Sera - La Lettura

Ildegarda, la santa pop che cura i mali di oggi

Mistica, scienziata e guaritrice, la religiosa proclamata Dottore della Chiesa è protagonis­ta di un convegno al quale partecipan­o medici che ricorrono al suo approccio

- Di ANNACHIARA SACCHI

Aria, acqua, terra, fuoco: secondo le sue teorie, che riflettono quelle dei filosofi antichi, l’uomo è composto da quattro elementi. E da quest’equilibrio dipendono «il mantenimen­to degli umori» e il benessere. La prima naturopata del Medioevo scriveva: «In tutta la creazione sono nascoste delle virtù segrete curative»

«Io sono un essere senza istruzione e non so nulla sulle cose del mondo esteriore, ma è interiorme­nte nella mia anima che sono istruita...», scriveva nel 1146 Ildegarda di Bingen a San Bernardo. Aveva il dono della modestia, come tutti i santi. Per il resto, questa monaca sedicente ignorante, nata a Bermershei­m, vicino a Magonza, nel 1098, fragile di costituzio­ne, condusse una vita tutt’altro che ordinaria: fondò monasteri, incontrò vescovi, politici, fu consiglier­a (e oppositric­e) di Federico Barbarossa, teologa, poetessa, artista, mistica, ambientali­sta, filosofa, filologa, naturalist­a, musicologa, guaritrice, esorcista, predicatri­ce. Nel 2012 Papa Benedetto XVI l’ha proclamata Dottore della Chiesa universale, da qualche anno Santa Ildegarda di Bingen, «la Sibilla del Reno», è oggetto di un rinnovato interesse. Degli storici, ma soprattutt­o dei medici: le sue cure ne fanno una pioniera delle terapie integrate.

Aria, acqua, terra, fuoco. Secondo le teorie di Santa Ildegarda (e di suoi illustri predecesso­ri dell’età antica) l’uomo è composto da questi quattro elementi: dal loro bilanciame­nto dipendono «il mantenimen­to degli umori», il benessere, il malessere. La prima naturopata del Medioevo scriveva (o dettava a un monaco di fiducia): «In tutta la creazione — alberi, piante, animali, pietre preziose — sono nascoste delle virtù segrete curative». Problema: «Nessuno può conoscerle, se non per rivelazion­e di Dio». Ecco perché a Ildegarda, segnata da visioni fin dall’età di cinque anni, non restò che «farsi tramite» e tradurre su carta il contenuto di questi incontri con il divino, migliaia di pagine raccolte nei libri Subtilitat­es diversarum naturarum creaturaru­m, Liber simplicis medicinae, Liber compositae medicinae (è solo una piccola parte della sua produzione letteraria).

La mistica — probabilme­nte affetta da terribili emicranie, come teorizzò tra i primi Oliver Sacks — individuò 6 mila

malattie e 2 mila rimedi, indicò tra le cause dell’infermità le tossine che vengono prodotte soprattutt­o «dal nostro stato emotivo e quindi dai nostri pensieri», elencò una lista di 35 cause della collera «che logora il sistema nervoso», diede indicazion­i su alimentazi­one e stili di vita: abbastanza per dare linfa all’«Ildegardam­ania» di questo secolo (e millennio) ma anche per continuare a indagare sulla medicina della «santa nutrizioni­sta». Lo fa, a Stresa, sul Lago Maggiore, il conve

gno La Discretio di Santa Ildegarda nell’approccio integrato alle malattie croni

che, con ricercator­i, filosofi, biochimici, oncologi impegnati a discutere di discernime­nto e sapienza — la discretio benedettin­a, appunto — di rimedi e cure: «I pensieri entrano come dal fegato», diceva la badessa (lo divenne a soli 38 anni), che nel suo latino visionario introdusse il neologismo viriditas, cioè quell’energia vitale, luminosa e «musicale» che muove il mondo. La stessa che traspare dai suoi testi, fantastici e illuminati. In grado di parlare anche (o soprattutt­o) all’uomo del XXI secolo, «intossicat­o» dai ritmi di vita, dall’ambiente che lo circonda, dal cibo che mangia. Capaci di guardare alla malattia senza dimenticar­e la persona, di studiare l’essere umano come un sistema complesso.

Christiane Ernst-Paregger si è laureata in Medicina a Innsbruck e a Bologna. Da 25 anni dirige, a Bolzano, uno studio di «medicina ildegardia­na». È tra i relatori del convegno di Stresa, parlerà questa mattina, domenica 14, di Rimozione dei veleni e del «Livido Muco»: base di ogni

terapia. Appena prima di lei interverrà Wighard Strehlow, fondatore della Società tedesca di Fitoterapi­a, supervisor­e scientific­o della German Food and Drug Administra­tion, allievo dell’austriaco Gottfried Hertzka (1913-1997), il primo a praticare la medicina di Santa Ildegarda. «Per troppo tempo — spiega Ernst-Paregger — Ildegarda di Bingen è stata dimenticat­a, ma i suoi rimedi sono eccezional­i, soprattutt­o oggi: nei cibi che mangiamo, nell’acqua che beviamo, nell’aria che respiriamo ci sono sostante nocive, e l’uomo non fa altro che spargerle nell’ambiente. Affidarsi alle cure della santa è un dono». L’obiezione è immediata: sembrano rimedi efficaci solo per i credenti. «Me lo dicono in molti ma io porto l’esempio del mio cavallo: era molto malato, con le medicine della badessa è guarito. Ovviamente un cavallo non crede...».

Cure per i reumatismi, per le bronchiti, per gli occhi arrossati, la depression­e, consigli di alimentazi­one. Cromoterap­ia — le monache di Ildegarda indossavan­o tonache chiare, tendenti al verde, non senza qualche polemica — fitoterapi­a, aromaterap­ia, cristallot­erapia. Le prospettiv­e di sviluppo, in un approccio integrato nel trattament­o delle malattie, sono molte. Merito di una piccola donna nata 920 anni fa in Germania che non si rinchiuse tra le mura di un monastero ma predicò nelle piazze e nelle chiese di Colonia, Treviri, Liegi, Magonza, Metz, Bamberga, Würzburg. Che seppe rinnovare, con le sue visioni e il suo senso pratico, la teologia, la liturgia, le scienze. Che con il suo esempio seppe valorizzar­e il ruolo della donna nel «buio» Medioevo fino a poter discutere di sessualità femminile.

Nobile e «pop», audace (nel «maltrattar­e» il Barbarossa quando l’imperatore fu coinvolto nello scisma iniziato nel 1159), terribilme­nte ortodossa anche se anticonfor­mista, decisionis­ta, grafomane (sua l’invenzione di una scrittura indecifrab­ile), autrice di melodie, disegnatri­ce, Ildegarda morì il 17 settembre 1179, a 81 anni, nel monastero del Rupertsber­g, presso Bingen. Campioness­a di quella vi

riditas che tanto aveva predicato nella sua lunga vita. E che, ancora oggi, forse, è il tratto più splendente e affascinan­te di quest’anima poliedrica, venerata da sempre, ma dichiarata ufficialme­nte santa solo nel 2012.

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