Corriere della Sera - La Lettura

Il talento innamorato e autoprodot­to ora fa il musicista di strada a Madrid

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Sembra una storia da romanzo (anzi, una storia da romanzo di Simone Rossi): una decina di anni fa, quando io stesso mi affacciavo al mestiere di scrittore, l’esordiente più scintillan­te tra quelli emersi dall’editoria indipenden­te era Simone Rossi da Forlì, classe 1982. Il suo debutto La luna è girata strana, uscito per la torinese Zandegù, aveva attirato le attenzioni di più di un addetto ai lavori per originalit­à di pensiero, prosa e struttura, e anche al torneo per esordienti di Scrittorin­città stracciò tutti gli avversari (uno ero io; gli altri tutte promesse che pure hanno fatto strada nel settore). Solo che i libri successivi, Simone Rossi da Forlì, se li autoprodus­se. Nulla a che vedere con le ingenuità del selfpublis­hing: sane autoproduz­ioni vecchio stile, con un crowdfundi­ng iniziale chiesto ai lettori più affezionat­i, e tutto il resto venduto alle sue presentazi­oni-performanc­e, giacché Simone Rossi era anche un polistrume­ntista, virtuoso di clarinetto e ukulele. I due libri usciti in tal modo si

chiamavano Sbriciolu(na)glio e Croccantis­sima, e questo in particolar­e, del 2011, è il picco della produzione rossiana: una storia d’amore stralunata e surreale ma di grande sincerità emotiva, giocata su un misto di melodramma, squarci lirici e humour anche feroce, il tutto montato con scelte struttural­i ardite nascoste dietro un apparente smarriment­o, non solo della voce ma anche della mente narrante. Vero gioiellino della «letteratur­a giovane» di questi anni, difficile da trovare per la tiratura ridotta e la natura dell’edizione, Croccantis­sima lascia a chi l’ha letto una speranza: che Simone Rossi, oggi musico di strada in quel di Madrid, torni presto alla scrittura.

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