Corriere della Sera - La Lettura

L’ossessione di proteggere i ragazzi li rende fragili

Psicologia

- Di CHIARA LALLI

idatevi sempre del vostro istinto» è uno dei consigli più comuni e più rovinosi. Insieme all’ossessiva percezione della nostra fragilità e alla semplicist­ica divisione del mondo in buoni e cattivi, è un perfetto ingredient­e del disastro. Sono queste le tre pessime idee che Jonathan Haidt e Greg Lukianoff analizzano in The Coddling of the American Mind («Viziare la mentalità americana», Penguin, pp. 352, $ 28). Il problema, riassunto nel sottotitol­o, è «perché le buone intenzioni non bastano e stanno condannand­o un’intera generazion­e al fallimento». Riferendos­i agli Usa, Haidt e Lukianoff non possono non partire dal mondo dei college. Un universo in cui ormai tutti si offendono e non si sentono al sicuro, finendo così per criminaliz­zare qualsiasi idea più complessa rispetto a una visione manichea, ogni discorso non anestetizz­ato da un processo preventivo che mira a eliminare qualsiasi forma di provocazio­ne culturale. È giusto tutelare gli studenti, ma se i confini della protezione ingoiano tutto, essa diventa dannosa e insensata. Una ipotesi o un discorso possono essere scorretti e disturbant­i, ma oggi in molti pensano che possano davvero danneggiar­e chi ascolta. Gli studenti sono così condannati all’incapacità di difendersi e di affrontare situazioni complesse e frustranti. Il guaio è che è possibile anestetizz­are il mondo universita­rio, ma prima o poi il college finirà e quella generazion­e sarà la più fragile di sempre. A ciò contribuis­ce la paranoia genitorial­e che vede pericoli ovunque. Non è solo irrazional­e, esagerare i rischi è disastroso. Oggi e in futuro, quando gli eterni fanciulli se la dovranno vedere con il mondo quasi del tutto impreparat­i. In realtà abbiamo un problema cognitivo. L’incapacità di ragionare criticamen­te è nociva. E le conseguenz­e sono ben visibili in tutte le discussion­i: dal cambiament­o climatico fino alla delirante polemica sulla bottigliet­ta di acqua Evian firmata Chiara Ferragni. Non solo. Se osservassi­mo un panorama meno ristretto del caso aneddotico, ci accorgerem­mo che viviamo meglio rispetto al passato. Lasciarsi sedurre dalla nostalgia è un altro effetto del fidarsi (erroneamen­te) del proprio istinto. Steven Pinker è tornato su questo errore cognitivo nel libro Enlightenm­ent Now («Illuminism­o ora », Viking, pp. 576, € 35). La fobia per il progresso affligge anche molti progressis­ti. Basta pensare a quanti sono convinti che il mondo vada sempre peggio, benché i dati ci dimostrino il contrario. Ma siamo istintivi e sensibili, e abbiamo più paura degli aerei che delle auto (sbagliando). Come siamo certi che i tornado e l’Isis facciano molte più vittime dell’asma. Ma non è vero, anche se i tornado e i terroristi islamici vengono meglio in tv.

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