Corriere della Sera - La Lettura
Ritorna Origene teologo critico: vide il peccato dentro la Chiesa
Attorno a metà Novecento in area franco-tedesca si sviluppò una corrente teologica nota come
Nouvelle Théologie. Una sua scelta qualificante fu di reagire all’irrigidito predominio assunto in ambito cattolico dalla neoscolastica. Una delle parole chiave della «nuova teologia» fu resourcement. Attraverso il «ritorno alle fonti» ci si proponeva di riandare al tesoro costituito dalla Bibbia e dai Padri della Chiesa. Grazie a questa tendenza riprese vigore l’interesse rivolto a grandi figure antiche come Origene (185-254, qui sotto), filosofo, teologo ed esegeta alessandrino il cui pensiero è contraddistinto sia dal
primato riservato alle Sacre Scritture sia dall’influsso platonico. La riscoperta di Origene nella teologia del XX secolo. Un’eredità per il nuovo
millennio? è il titolo di un convegno che si svolgerà all’Università Cattolica di Milano dal 17 al 19 ottobre. Sono previsti numerosi interventi affidati a noti specialisti a livello internazionale. Quali prospettive emergeranno? Sicuramente il ruolo da riservarsi ancora oggi alla dimensione spirituale e mistica della conoscenza di Dio. Tuttavia vi sarà spazio anche per temi più specifici. Non mancherà, per esempio, il rimando a un’idea espressa dal teologo Karl Rahner secondo cui, con Origene, emerge per la prima volta la presa di coscienza che non esiste una Chiesa che «sia una comunità di uomini privi di peccato». Un tema contraddistinto, all’inizio del XXI secolo, da una fin troppo vivida attualità.