Corriere della Sera - La Lettura

Macchine da guerra di un animo pacifista

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Leonardo da Vinci si descriveva come un «pacifista» che rifugge dalla guerra. Eppure, quando decise di offrire i suoi servigi a Ludovico il Moro, duca di Milano, si presentò innanzitut­to come inventore e costruttor­e di macchine belliche (sopra: Disegno per carro falcato, 1485, Torino, Biblioteca Reale). Era un periodo di grandi trasformaz­ioni in campo militare che causava una corsa ad accaparrar­si i migliori cervelli in materia. Così Leonardo scrisse al signore ambrosiano una lettera in cui sciorinava le meraviglie che avrebbe potuto costruire: ponti mobili, macchine per gli assedi, bombarde dal tiro veloce, «carri armati» capaci di sfondare le linee avversarie, navi inaffondab­ili e molto altro. Nel 1482 Leonardo sbarcherà in effetti a Milano per iniziare un lungo servizio presso il duca che frutterà meraviglie come l’Ultima Cena, ma non salverà il Moro dalla sconfitta militare di fronte ai moderni eserciti francesi e spagnoli e ai quadrati di picchieri svizzeri. (marco scardigli)

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