«Nelle fontanelle della gola vedi battere i polsi»

Mettiamo che il 21 agosto 1911 la Gioconda (sotto: il dipinto conservato nel Museo del Louvre di Parigi) non fosse stata rubata, che al suo recupero non avesse fatto seguito un viaggio trionfale, con soste alla Galleria Borghese di Roma, appena aperta, e a Palazzo Farnese, ambasciata di Francia, e tutto ciò in mezzo a un polverone sollevato dalla stampa e dal telegrafo. Se tutto ciò non fosse accaduto, sarebbe questo dipinto di Leonardo tanto esaltato e popolare? Se rileggo cosa ne scriveva Vasari nel 1545-47, direi che il capolavoro si era già affermato nella sua assolutezza ben prima degli incidenti che ne fecero un’icona pop. Vasari aveva notato negli occhi «quelle acquitrine che si vedono nel vivo», aveva osservato, nelle ciglia, «il modo del nascere dei peli nella carne»... E nella fontanella della gola, «chi intensissimamente la guardava, vedeva battere i polsi»… È davvero difficile, oggi, recuperare la freschezza di quelle osservazioni e guardare il capolavoro con sguardo innocente. (carlo bertelli)