Corriere della Sera - La Lettura
Intuì che la diversità è il segreto della natura
Leonardo aveva in mente un intero trattato sulle piante. Non sappiamo se poi lo scrisse e andò perduto, o se rimase un’intenzione. Nei suoi appunti i riferimenti alle piante sono frequenti, soprattutto nel postumo Trattato della pittura. Della fisiologia vegetale lo affascinava il macchinario misterioso che trasformava la luce del sole e l’acqua in linfa vitale. Intuì che negli anelli dei tronchi era scritta una lunga storia. Il suo occhio di artista vedeva forme e schemi ricorrenti di fiori e di frutti (sopra: studi per piante e verdure, 1487-1489, Parigi, Institut de France). Così, al discepolo pittore, impartì la lezione più importante per un naturalista ancora oggi: riconosci l’unicità di ogni pianta. «È tanto dilettevole natura e copiosa nel variare che infra gli alberi della medesima natura non si troverebbe una pianta ch’appresso somigliasse all’altra». Persino tra «li rami o le foglie o li frutti, non si troverà uno che precisamente somigli all’altro». Leonardo intuì e capì che la diversità è il segreto della natura. ( telmo pievani)