Corriere della Sera - La Lettura
Il rapporto totale con la musica «figurazione delle cose invisibili»
Cantava «divinamente», stando al Vasari, suonava la lira da braccio come un maestro. Il rapporto di Leonardo con la musica è totale («La musica è la figurazione delle cose invisibili», scrive nel Paragone delle arti). Lo studio anatomico e fisico-acustico sull’origine e la propagazione del suono lo spinge a inventare strumenti che estendano e automatizzino le potenzialità della musica, come il «tamburo meccanico» (sopra: Codice Atlantico, Milano, Biblioteca Ambrosiana, 1478-1518), il flauto «a glissando», la «viola organista», strumento a tastiera in cui le corde sono sfregate dal moto continuo di ruote. Leonardo inventa macchine sceniche per gli spettacoli di Ludovico. Soprattutto, vive la musica del suo tempo, amico del polifonista Franchino Gaffurio; e probabilmente anche di Josquin Desprez: forse lui, il Musico ritratto nel dipinto all’Ambrosiana, mentre tiene in mano un cartiglio con alcune note. Un esacordo discendente, che studi recenti hanno avvicinato proprio a una cellula ricorsiva di Josquin, dal mottetto Illibata Dei Virgo nutrix. (gian mario benzing)