Corriere della Sera - La Lettura
Fare dischi oggi è statistica, non arte Sogno un talent per ultracinquantenni
Charlie Rapino è un manager discografico. Vede la fabbrica della musica dall’altro versante rispetto ai consumatori: «Oggi produrre un nuovo artista vuol dire essere pronti ad affrontare molte perdite. La musica è tornata a essere quel che è: intrattenimento leggero, ha poco a che fare con la cultura. E la discografia è un’industria di statistica, con l’avvento dello streaming e tutto il resto, dal produttore direttamente al consumatore. L’attività non è più incentrata sulla direzione artistica, ma su marketing, finanza, altre cose. Gli artisti sempre di più pubblicheranno singoli, non sarà più necessario fare album». Già direttore artistico di Sony Music a Londra, fine anni Novanta, Rapino è stato anche coach di Amici: «Maria De Filippi mi chiamò per un colloquio: mi chiese qual era il limite del programma. Lei è curiosa, in continua evoluzione... Le dissi che il programma andava bene, aggiunsi una considerazione personale: voi tirate fuori gente che canta bene e io di uno che canta bene non so cosa farmene, lo posso spedire a fare piano bar o musical, invece bisogna proprio trovare chi non sa cantare ma è una star. Le piacque, mi ha trascinato dentro: ho fatto lo scemo in tv per un anno, mi sono divertito». Un sogno: «Mi piacerebbe molto fare Old
Factor, un talent per ultracinquantenni: vado spesso in giro per accademie e i “vecchi“staccano tutti, quindi ne varrebbe la pena. Finora non ci sono riuscito». Rapino adesso continua fare avanti e indietro con Londra, forte di una consapevolezza: «Esistono solo due tipi di musica: quella che vende e quella che non vende. Ho l’orecchio per quella roba lì».