Corriere della Sera - La Lettura
Walt era devoto alla speranza Herman ironico
Affinità e no Brenda Wineapple ha studiato e selezionato le conversazioni del poeta
Adistanza di sei mesi, tra il 28 settembre 1891 e il 26 marzo 1892, la letteratura americana ha perso i suoi padri fondatori, Herman Melville e Walt Whitman. Nati nello stesso anno, il 1819, Melville e Whitman hanno composto le raccolte di versi più importanti dedicate alla Guerra civile (1861-1865): Drum-Taps, pubblicata da Whitman nel 1865 e assorbita nell’edizione del 1871-72 di Foglie
d’erba; e Pezzi di battaglia (1866), esordio poetico di Melville scritto in onore «dei trecentomila che, nella guerra per mantenere l’Unione, caddero devotamente sotto la bandiera del proprio Paese».
Whitman e Melville, le due figure nobili dell’Ottocento letterario americano segnate da opposti destini. Benché Emily Dickinson affermasse di non aver mai letto un suo libro, Whitman si era conquistato con i suoi versi la fama immortale di
Good Gray Poet — il poeta dai capelli e dalla barba grigi, il dissidente amato, cantore del nuovo uomo americano — come lo definì l’amico scrittore William O’Connor. Melville, che aveva cominciato la car
riera con il controverso bestseller Typee (1846), se ne andò invece senza lasciare traccia, dimenticato da tutti. È addirittura difficile trovare un suo necrologio sui giornali dell’epoca.
«Whitman era il poeta della speranza, esaltava gli Stati Uniti e la democrazia», racconta a «la Lettura» Brenda Wineapple, curatrice di Walt Whitman Speaks, da poco pubblicato dalla Library of America. Non si sofferma su quella che giudica la «casualità» dei due natali nel 1819, Wineapple, ma spiega che «Melville era più scettico, più ironico. Come scrisse Nathaniel Hawthorne, Melville “non può nè credere, nè sentirsi a proprio agio nel suo scetticismo. È troppo onesto e corag
gioso per non fare entrambe le cose”».
Walt Whitman Speaks contiene le considerazioni del grande poeta su argomenti che spaziano dall’amore alla morte, dalla scrittura alla politica. Le raccolse il giovane amico Horace Traubel, assiduo frequentatore della casa di Whitman, al 328 Mickle Street a Camden, New Jersey, negli ultimi anni della sua vita, quando un ictus lo costrinse all’infermità. Ogni giorno, per quattro anni, l’impiegato di banca Traubel — nato proprio a Camden nel 1858 e morto nel 1919 in California, nel centenario della nascita di Whitman — si fermava nella casa del poeta di ritorno da Philadelphia, aiutandolo nella sua quotidianità e annotando le loro conversazioni. Alla morte di Whitman, Traubel aveva accumulato oltre cinquemila pagine di appunti: una cronaca monumentale, composta da riflessioni, analisi, dubbi e ansie. Quegli appunti andarono a comporre i nove volumi della serie With Walt
Whitman in Camden, pubblicata tra il 1906 e il 1996. Un critico dell’epoca definì Horace Traubel «un fonografo umano».
Brenda Wineapple ha selezionato centinaia di brani da queste conversazioni, di v i dendoli i n 35 s e z i oni te matiche. «Whitman si fidava ciecamente di Traubel — spiega Brenda Wineapple — e non aveva dubbi sulla sua buona fede: sapeva che avrebbe trascritto ciò che gli riferiva con onestà e precisione. Dai nove volumi ho estratto quello che mi interessava in quanto lettrice, non solo in qualità di editor. Il mio scopo è far sentire, ancora una volta, la voce di Whitman. Per esempio, so che il pubblico ama il modo in cui Whitman celebra Lincoln. Così ho dato molto spazio alle sue considerazioni politiche, alla sua idea di democrazia, agli anni della Guerra civile e allo scenario politico di Washington, dove il poeta era andato nel 1862 in cerca del fratello, il tenente George, ferito nella drammatica battaglia di Fredericksburg».
La Guerra di secessione lasciò ferite profonde nell’animo di Whitman: «Era solidale con entrambi gli schieramenti, con il Nord e il Sud. Era vicino a quei ragazzi violentati dalla macchina della guerra. Li aiutò come poteva, anche scrivendo per loro lettere alle famiglie dagli ospedali nei quali erano ricoverati», continua l’autrice. Nella raccolta trovano ampio spazio anche i temi dell’amore e dell’erotismo: «Whitman diceva di provare amore per tutta l’umanità. Per lui, amore significava amicizia e uguaglianza. Era la forma di spiritualità di un uomo che non credeva nella religione istituzionalizzata», spiega Wineapple.
Traubel è stato per Whitman l’ultima speranza prima della morte, l’amanuense a cui ha affidato il testamento spirituale. Nella raccolta curata da Brenda Wineapple sono presenti tutti i temi esplorati dal grande poeta. Tra questi, il debito con Ralph Waldo Emerson (il filosofo «sereno, dolce, conciliante») e l’idea che la letteratura possa salvare l’umanità. «Whitman è un tonico, e il mondo dovrebbe berlo», conclude Wineapple. «Anche se la sua esuberanza lo ha a tratti allontanato dai lettori, oggi lo celebriamo ancora. Il suo messaggio non è andato perduto».