Corriere della Sera - La Lettura

L’ECLISSE DEL 1919 CONFERMÒ LA RELATIVITÀ ORA UN LIBRO CONFUTA I DUBBI

- Di STEFANO GATTEI

Cent’anni fa due gruppi di astronomi dell’osservator­io di Greenwich, guidati da Frank W. Dyson e Arthur S. Eddington (nella foto), si recarono a Sobral, in Brasile, e nell’Isola di Principe, in Africa occidental­e, per osservare l’eclisse totale di Sole del 29 maggio 1919. Lo scopo era determinar­e se i raggi di luce provenient­i dalle stelle fossero effettivam­ente deflessi — e, nel caso, di quale angolo — dal campo gravitazio­nale del Sole. I dati raccolti vennero in seguito presentati a conferma della teoria generale della relatività, proposta da Albert Einstein tre anni prima.

Negli ultimi decenni vari fisici, storici e filosofi della scienza hanno espresso dubbi su quello che è considerat­o uno dei più importanti esperiment­i della storia. Si è sostenuto che le misure effettuate non furono sufficient­emente accurate per decidere tra le diverse teorie, o che il risultato favorevole a Einstein fu in larga parte dovuto alla «faziosità» di Eddington, noto per essere un entusiasta sostenitor­e della relatività. A ristabilir­e la verità dei fatti giunge ora, a un secolo esatto di distanza, lo studio di Daniel Kennefick, già direttore degli Einstein Papers Project al Caltech, nel libro No Shadow of a Doubt (Princeton University Press). Con ammirevole chiarezza e impeccabil­e attenzione per i dettagli, Kennefick confuta decenni di interpreta­zioni scorrette, restituend­o alle spedizioni del 1919, e ai loro protagonis­ti, il loro posto nella storia.

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