Corriere della Sera - La Lettura
L’ECLISSE DEL 1919 CONFERMÒ LA RELATIVITÀ ORA UN LIBRO CONFUTA I DUBBI
Cent’anni fa due gruppi di astronomi dell’osservatorio di Greenwich, guidati da Frank W. Dyson e Arthur S. Eddington (nella foto), si recarono a Sobral, in Brasile, e nell’Isola di Principe, in Africa occidentale, per osservare l’eclisse totale di Sole del 29 maggio 1919. Lo scopo era determinare se i raggi di luce provenienti dalle stelle fossero effettivamente deflessi — e, nel caso, di quale angolo — dal campo gravitazionale del Sole. I dati raccolti vennero in seguito presentati a conferma della teoria generale della relatività, proposta da Albert Einstein tre anni prima.
Negli ultimi decenni vari fisici, storici e filosofi della scienza hanno espresso dubbi su quello che è considerato uno dei più importanti esperimenti della storia. Si è sostenuto che le misure effettuate non furono sufficientemente accurate per decidere tra le diverse teorie, o che il risultato favorevole a Einstein fu in larga parte dovuto alla «faziosità» di Eddington, noto per essere un entusiasta sostenitore della relatività. A ristabilire la verità dei fatti giunge ora, a un secolo esatto di distanza, lo studio di Daniel Kennefick, già direttore degli Einstein Papers Project al Caltech, nel libro No Shadow of a Doubt (Princeton University Press). Con ammirevole chiarezza e impeccabile attenzione per i dettagli, Kennefick confuta decenni di interpretazioni scorrette, restituendo alle spedizioni del 1919, e ai loro protagonisti, il loro posto nella storia.