Corriere della Sera - La Lettura

LA MUSICA LITURGICA PERÒ LANGUE

- Di NICOLA CAMPOGRAND­E

Se si osserva ciò che accade in altri Paesi, il panorama della musica liturgica in Italia appare di modestia davvero straordina­ria. Fatte salve lodevoli eccezioni, chi entra in una chiesa nel nostro Paese non può evitare di notare la sciatteria con la quale si è risposto alle necessità musicali. Perché da noi, negli ultimi cinquant’anni, ha prevalso la banalità. Non lo ha ordinato il medico. E nemmeno il Concilio Vaticano II. Avvicinare i fedeli attraverso una liturgia diversa da quella del passato avrebbe potuto significar­e molte cose. E invece, nella terra di Monteverdi, di Palestrina, di Pergolesi, si è deciso il divorzio dalla musica classica a favore di altro.

Il confronto con il panorama internazio­nale è impietoso. Alcuni tra i più grandi compositor­i del mondo hanno scritto e scrivono musica liturgica, che viene abitualmen­te utilizzata durante le funzioni. Nelle chiese estoni si intonano volentieri i brani di Arvo Pärt — gli stessi che poi, incisi dalla Ecm, scalano le classifich­e discografi­che. In Gran Bretagna per la funzione legata alla visita ufficiale di Papa Benedetto XVI è stata commission­ata musica a James MacMillan, uno dei maggiori compositor­i viventi, il cui catalogo di musica sacra rifornisce regolarmen­te le chiese d’Oltremanic­a. In Polonia si esegue normalment­e la musica di Henryk Mikołaj Górecki, l’autore che con la propria Terza sinfonia ha raggiunto un successo planetario.

Da noi, invece, a partire dagli anni Sessanta nessun compositor­e significat­ivo è stato coinvolto nella produzione di musica liturgica destinata a una reale diffusione. Poco contano, purtroppo, i fiori che ogni tanto sbocciano grazie a committent­i illuminati, se l’atteggiame­nto generale della Chiesa italiana, attraverso i propri canali di distribuzi­one del repertorio, è ideologica­mente contrario. E così, in luoghi dove lo Spirito potrebbe trovare una veste musicale bella, forte, emozionant­e, continuiam­o ad ascoltare compitini tristi.

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