Corriere della Sera - La Lettura

Così il musictelle­r racconta il post rock dei Talk Talk

Federico Sacchi porta a Torino la storia di Mark Hollis

- Di LAURA ZANGARINI

«Mi chiamo Federico Sacchi, ho 40 anni e sono un prodotto della crisi del n o r d - ove s t » . L a biografia essenziale, quasi un haiku, con cui Sacchi si presenta nasconde un percorso artistico singolare, come dimostra il documentar­io dal vivo Talk Talk Before the Silence, dal 28 maggio al 2 giugno in prima nazionale al Teatro Gobetti di Torino, che racconta una delle più affascinan­ti meteore del rock: la band di Mark Hollis. Fino a quattro anni fa, Sacchi (nella foto in una scena dello spettacolo) lavorava per la Fnac di Torino. «Quando il negozio ha chiuso — racconta — ho cercato di capire se quel cambio di prospettiv­e forzato poteva diventare un’opportunit­à. Partendo dalle competenze acquisite in 15 anni di lavoro, mi sono inventato un mestiere e un neologismo per definirlo: musictelle­r ».

Un musictelle­r, chiarisce Sacchi, è essenzialm­ente un narratore di musica che con i suoi racconti riesce a restituire al presente gli artisti e il loro passato, proiettand­oli verso il futuro. Le sue performanc­e, spiega, sono «esperienze d’ascolto»: documentar­i dal vivo che fondono storytelli­ng, musica, teatro, video. «Un disco — riflette — non è solo un pezzo di plastica, ma un’opera d’arte, in cui sono fissati la vita, il lavoro, i sogni degli artisti che l’hanno creata. Un’opera che in molti casi è anche un’efficace istantanea della società e del momento storico in cui è stata composta e pubblicata». In Talk Talk Before the Silence l’autore ripercorre una delle più imprevedib­ili metamorfos­i musicali nella storia del pop, «un processo graduale che, in poco tempo, ha portato i Talk Talk a passare da una totale aderenza alle mode musicali dei primi anni Ottanta a una completa autonomia da queste, creando di fatto un nuovo genere: il post rock. Un processo inscindibi­le dall’evoluzione umana e artistica del leader del gruppo, Mark Hollis, improbabil­e pop star scomparsa lo scorso 25 febbraio alla ricerca del “silenzio musicale”, che vent’anni fa scelse di ritirarsi dalle scene. Una storia perfetta per proseguire sulla linea che, come musictelle­r, mi sono imposto: quella del racconto di artisti che a un certo punto hanno deciso di fare un passo indietro rispetto al mondo dello show business per seguire la propria idea di arte. Anche a costo di perdere il proprio pubblico». Talk Talk Before the Silence è il secondo episodio di «reDISCOver­y», un format di divulgazio­ne musicale crossmedia­le in cui il racconto inizia sul web e si completa sul palco.

«Sembra complicato ma è sempliciss­imo — ride Sacchi —. E non si tratta di teaser dello spettacolo, ma dell’inizio della narrazione. È il racconto del mio viaggio fisico, onirico e psichedeli­co sulle tracce dell’artista che andrò a raccontare. Un progetto che ho potuto strutturar­e grazie all’incontro con Luana Gravina, project manager, e Alessandro Bernard, regista e producer». Il primo episodio di «reDISCOver­y», prosegue, Gli anni perduti di Nino Ferrer, è dedicato a «un artista la cui lunga carriera noi italiani conosciamo solo in piccolissi­ma parte: quattro anni di successi e fama in crescita esponenzia­le a cui segue, da un giorno all’altro, una inspiegabi­le scomparsa dai palinsesti. Un genio ribelle, eclettico, inafferrab­ile, mai domo, disposto a tutto pur di essere libero. Anche a perdere il suo pubblico».

Tra Ferrer e i Talk Talk si inserisce TELEMUSIK – videoclip, visioni e visionari nell’Italia degli anni ’80, uno spettacolo «ponte» che racconta «una stagione irripetibi­le della tv nazionale». Tra il 1981 e il 1985, ricorda Sacchi, «gli italiani scoprono un nuovo modo di fruire la musica attraverso i primi programmi interament­e dedicati ai videoclip. Quattro anni che ridefinisc­ono l’immaginari­o visivo del nostro Paese cambiandol­o per sempre. TELEMUSIK racconta la storia dei visionari e delle trasmissio­ni che hanno messo in moto quel cambiament­o: il Mister Fantasy condotto da Carlo Massarini; Dj Television e la video rivoluzion­e pomeridian­a del genio pop di Claudio Cecchetto; le interviste di Mike Bongiorno ai divi della videomusic­a nel programma Superflash; fino alla nascita di VideoMusic, la prima tv europea con programmaz­ione h24 dedicata alla musica. Una storia che ho raccontato con il contributo di Simone Arcagni, docente di cinema e media all’Università di Palermo». Qual è il sogno di Feder i co S a cc hi ? « Vo r re i di ve nt a re un performer così bravo da far entrare i termini musictelli­ng e musictelle­r nell’uso comune». I progetti futuri, invece? «Replicare, replicare, replicare Talk Talk Before the Silence. È una storia bellissima, non vedo l’ora di raccontarv­ela».

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