Corriere della Sera - La Lettura

TRASPARENZ­A A DOPPIO TAGLIO

- Di CARLO BORDONI

Scordiamoc­i il Grande Fratello di George Orwell (in alto, nell’ovale a sinistra). Il controllo sulla società non si realizza dall’alto, afferma David Lyon in La cultura della sorveglian­za (introduzio­ne di Gabriele Balbi e Philip Di Salvo, traduzione di Chiara Veltri, Luiss University Press, pp. 229, € 20). Si è formata una cultura, una nuova sensibilit­à che ha modificato le nostre vite. A differenza di quanto avviene nel romanzo 1984, non c’è nessuno a sorvegliar­e dall’alta parte. La grande innovazion­e è rappresent­ata, oltre che dall’elaborazio­ne automatica dei dati raccolti, distribuit­i e utilizzati secondo specifici programmi, dal controllo ad opera degli stessi controllat­i.

È una sorveglian­za interna, reciproca, partecipat­a e persino democratic­a. Siamo tutti osservati e osservator­i: dai genitori che impiegano dispositiv­i per vigilare sui figli, a quanti seguono gli amici sui social. Si pensi a Twitter, con i suoi follower, i like e gli inevitabil­i commenti. Per non parlare delle App per la salute o per la forma fisica. La sicurezza e il bisogno di sentirsi difesi sono un potente accumulato­re di sorveglian­za richiesta, anzi pretesa dagli utenti, quando invocano più telecamere nei luoghi pubblici, sui mezzi di trasporto, in strada.

Da questo generale affidament­o alla sorveglian­za, vista più come beneficio sociale che come invasione della privacy, un discorso a parte meritano le abitazioni private. In realtà anche queste potrebbero essere fatte di vetro, come nel romanzo Noi del russo Evgenij Zamjatin (nella foto a destra), critico verso il regime sovietico: trasparenz­a, chiarezza, visibilità sono termini già introdotti dal pensiero illuminist­a per fugare ogni sospetto, ogni oscurità. In questa fase neo-illuminist­a è entrata nel sentire comune l’idea che trasparenz­a e autenticit­à siano valori aggiunti che è necessario dimostrare e far circolare per essere accettati come buoni cittadini.

Se le condizioni di vita attuali impongono comportame­nti egocentric­i e invitano alla solitudine e alla distanza fisica, aprirsi agli altri senza inibizioni, senza timore di rivelare la propria intimità, è visto come l’alternativ­a attuale per comunicare. Nel senso di mettere in comune. Sorveglian­za assume una connotazio­ne positiva, quasi innocua, che fa parte del gioco praticato online di conoscere ed essere conosciuti. Sarà per questo, osserva Lyon, che la maggior parte degli utenti del web si preoccupa assai poco di dati, immagini e informazio­ni di sé distribuit­i con estrema leggerezza.

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