Corriere della Sera - La Lettura
L’animalità che vive in noi
Siamo ospiti, non padroni, della natura. Ambientalista Usa scomparso nel ’96, Paul Shepard anticipò idee che oggi la scienza ha rivalutato. Capì che i cacciatori-raccoglitori avevano sviluppato una relazione sana con animali ed ecosistemi, rispettandone tempi e risorse. Le nostre caratteristiche biologiche e cognitive si sono evolute in un ambiente che oggi non esiste più, spazzato via dalla transizione neolitica e poi industriale. Dopo aver tradito la natura, paghiamo le conseguenze dello scollamento in termini di alienazione e di una follia collettiva che nasce dallo sradicamento dei bambini dal contesto naturale. Non si tratta però di tornare a velleitari primitivismi, bensì di ritrovare l’animalità che è in noi e di denunciare illusione di esserci emancipati da rocce, alberi e animali. In un anno in cui la biodiversità virale si è manifestata in tutta la sua potenza, cogliendoci impreparati, rileggere Natura e follia di Shepard, tradotto da Francesca Frulla (Edizioni degli animali, pp. 232, 14), è un sano shock.