Corriere della Sera - La Lettura
Prigionieri nel romanzo dei destini incrociati
Carlo Mazza Galanti racconta il precariato intellettuale con una struttura ludica
Sotto il segno di «un insensibile moto generazionale» che riguarda i quarantenni d’oggi e non solo, il tu ideale e protagonista cui si rivolge il narratore di Cosa pensavi di fare? fa la sua prima, decisiva scelta a diciannove anni per non entrare «nel ciclo produttivo del “capitalismo occidentale”».
Nella prima prova narrativa del traduttore e critico letterario Carlo Mazza Galanti, sceglie una a margine: «Il tuo posto sarà quello di uno spettatore, ma non uno spettatore passivo: uno spettatore critico, attivo, molto loquace. Diciamo pure un intellettuale». È così che si apre il Romanzo a bivi per umanisti sul lastrico — recita il sottotitolo — che in 57 capitoliparagrafi divisi nelle tre parti — «Lavoro», «Amore» e «Vita» — propone al lettore tante possibili vite da leggere e combinare.
Con una scrittura netta e brillante, dove l’elencazione ha un passo tanto ironico quanto sociologicamente tranchant, si dirama il prisma delle delusioni e dei fallimenti di chi studia materie umanistiche: da chi cerca di entrare nella «consorteria» dell’Università, a chi lascia l’Italia per gli Stati Uniti rientrando per nostalgia, da chi accetta una supplenza a quarantadue chilometri da casa, a chi finisce nell’«imbarazzante bracciantato culturale» pagato ad articolo con «un tornaconto simbolico e qualche spicciolo di visibilità».
Il tono di fondo è amaro, tanto nel «Lavoro» quanto in «Amore», e non crediamo sia un caso che a chiudere sia la parte dedicata alla «Vita», anche se cronologicamente dovrebbe essere la prima e simbolicamente vale come una premessa: inizia al liceo e tocca un momento storico preciso, il G8 di Genova nel 2001, da cui si arriva al paragrafo «La fine degli ideali» o al quadrato nero che occupa un’intera pagina intitolato «Diaz». Quell’appuntamento che doveva essere «il ritorno prepotente sulla scena politica della massa, anzi della moltitudine », è stato poi cancellato da un «nuovo realismo» che è «gaudente e disincantato, cinico, feroce: imbattibile».
Sono le vite di chi nasce in un ceto medio-alto, per cui contano paragrafi chiave come «Patrimonio» e «Retaggio Famigliare», nel quale i sogni si