Corriere della Sera - La Lettura
Sciascia il fotografo Istantanee dagli Anni 50
Racalmuto ospita una mostra di 27 scatti inediti dello scrittore siciliano: la famiglia, i «carusi», gli spunti letterari. Mentre si preparano le celebrazioni per il centenario della nascita
Un baule o il cassetto di una vecchia credenza può restituire preziosi indizi sulla vita di un uomo, anche a (quasi) cent’anni dalla nascita. Come succede a Racalmuto nel buen retiro di Leonardo Sciascia, dove la famiglia ha ritrovato un rullino da 35 millimetri con più di trenta scatti mai pubblicati e adesso in gran parte trasformati in una mostra che racconta gli anni Cinquanta visti da un inedito maestro della fotografia, lo stesso che del colpo di penna fece spada dell’impegno civile, per dirla con l’amato Paul Courier.
Che Sciascia considerasse la fotografia un’arte preziosa lo dimostra la frequentazione affettuosa e assidua di geni del ritratto come Ferdinando Scianna o Giuseppe Leone. O la sua stessa prefazione del 1988 per il libro Gli scrittori e la fotografia del critico e saggista Diego Mormorio, chiamato dalla fondazione intitolata all’eretico di Regalpetra alla cura della mostra che sarà inaugurata il 19 settembre. Un’occasione per mettere a fuoco quanto si muove in questo paese a venti minuti dalla Valle dei Templi dove tante iniziative offrono occasione di riflessione. A cominciare dalla casa museo dove
Sciascia visse con la moglie Maria Andronico, con le figlie Laura e Annamaria e con le tre zie che in qualche modo lo allevarono. Una casa in pietra a due passi dal Teatro comunale, salvata da un intellettuale, Pippo Di Falco, e trasformata in una tappa della Strada degli scrittori. Da qui negli anni Cinquanta partiva «Sciascia il fotografo», offrendo non solo uno spaccato intimo con le immagini delle sue bimbe o della moglie ritratta con le spalle ai monti, ma anche tracce di viaggi alla ricerca di spunti letterari, come nella Barcellona di Gaudí. E ancora gli scorci e i «carusi» della sua Regalpetra.