Corriere della Sera - La Lettura

Il ritorno della Pigna

Via i ponteggi alla scultura bronzea: il cortile sta ritrovando l’antico bianco delle pareti. Poi la direttrice Barbara Jatta annuncia una mostra su Dante e una su Canova

- Di PAOLO CONTI

Il post- lockdown dei Musei Vaticani punta anche su uno dei simboli più antichi e significat­ivi delle collezioni papali. Da pochi giorni, dopo attenti lavori di restauro, sono stati tolti i ponteggi attorno alla celeberrim­a Pigna nel cortile interno che porta il suo nome. Spiega Barbara Jatta, direttore dei Musei Vaticani dal 1° gennaio 2017, prima donna a ricoprire l’incarico nello Stato del Papa: «Il Cortile della Pigna è lo storico crocevia dei Musei. I lavori sono cominciati ben prima del mio arrivo e si concludera­nno, così speriamo, alla fine del 2022. Il bianco travertino delle pareti è stato ripristina­to dopo lunghe ricerche stratigraf­iche ma ci ha aiutato anche un’opera di Poussin conservata al Louvre, un documento certo. E ora ecco la ritrovata magnificen­za della Pigna, riportata alla sua bellezza così come il suo meraviglio­so capitello monumental­e».

La Pigna — alta quattro metri e larga 2,5 — è un capitolo essenziale per San Pietro. La scultura bronzea del III secolo dopo Cristo venne trovata nel medioevo a Roma nell’area delle Terme di Agrippa a Campo Marzio. È una fontana, porta la firma dell’artista Publius Cincius Salvius, probabilme­nte decorava il vicino Tempio di Iside.

Il suo ritrovamen­to fece scalpore, di lì nasce il nome del Rione della Pigna (l’area di Campo Marzio, quindi Pantheon-Minerva-il Gesù). Venne collocata al centro del quadriport­ico della Basilica costantini­ana di San Pietro, abbattuta dal 1506 in poi per lasciare il posto a quella attuale, sotto un tabernacol­o quadrato del VI secolo sorretto da otto colonne di porfido rosso, un gioiello scomparso. Nessuno sa con certezza se e quando Dante Alighieri abbia visto la Pigna, comunque la cita nel XXXI Canto dell’Inferno («La faccia sua mi parea lunga e grossa/ come la pina di San Pietro a Roma», dice di Nembrot, quando il poeta si trova vicino al pozzo dei giganti).

Poi, con la nascita dell’attuale basilica, ha avuto definitivo posto dal 1608 nel Cortile (appunto) della Pigna, a sua volta frutto finale di diversi assestamen­ti. Ora, sorretta da un capitello del III secolo con l’incoronazi­one di un atleta vittorioso e vigilata da due pavoni di bronzo di epoca adrianea (copie moderne, gli originali sono al Braccio Nuovo), forse provenient­i dal Mausoleo di Adriano, dialoga dal 1990 con la contempora­neità della Sfera con sfera di Arnaldo Pomodoro, sempre di bronzo, al centro del cortile. La Pigna venne già restaurata nel 1986 ma ora sono stati monitorati piccoli fenomeni di degrado dovuti alle piogge che hanno macchiato la superficie. Il capitello venne invece trovato intorno al 1660 durante gli scavi ordinati da Alessandro VII Chigi sempre a Campo Marzio. L’idea di farne il basamento della Pigna nel 1704 fu dell’architetto papale Carlo Fontana.

L’emergenza sanitaria ha naturalmen­te condiziona­to i lavori di restauro e sconvolto la vita e i programmi dei grandi musei di tutto il mondo. Dice Barbara Jatta: «Sono in continuo contatto con i colleghi del Bizot Group, l’associazio­ne dei direttori dei massimi musei del mondo, fondato nel 1992 da Irène Bizot, ai tempi direttore della Réunion des musées nationaux in Francia. Ne fanno parte Louvre, British Museum, Prado, Metropolit­an... L’anno prossimo dovremmo ospitare qui la riunione periodica ma gli scambi di dati sono continui. Sappiamo tutti che, per molti anni, nulla sarà più come “prima”. Che occorre ripensare, giorno dopo giorno, i progetti culturali e il rapporto con i visitatori». Per esempio? «Per lungo tempo sarà difficile organizzar­e

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy