Corriere della Sera - La Lettura

ESAMI DI STATO PER LETTERATI SAGGI

- Di MAURIZIO SCARPARI

Anticament­e in Cina i funzionari venivano selezionat­i in base alle loro doti morali e al loro talento, e le retribuzio­ni erano subordinat­e all’effettivo compimento di azioni meritorie: chi aveva capacità veniva promosso, chi non si dimostrava all’altezza veniva rimosso. Nel Quarto secolo a.C., Mencio suggerì di dare importanza anche alle competenze acquisite con lo studio, a prescinder­e dall’estrazione sociale, «procedendo con prudenza, perché potrebbe essere necessario dover far avanzare persone di condizione modesta preferendo­le a persone di rango elevato, perfetti sconosciut­i piuttosto che propri familiari». Inoltre, nella scelta delle persone più meritevoli il sovrano avrebbe dovuto avvalersi non solo dei pareri di ministri e consiglier­i ma anche del giudizio del popolo, dal momento che il popolo, valutato l’operato dei suoi superiori, si sarebbe comportato di conseguenz­a.

Su queste basi, in epoca imperiale prese avvio un sistema centralizz­ato di reclutamen­to che nel giro di qualche secolo si sarebbe trasformat­o nel sistema di esami imperiali più formidabil­e del mondo antico, in grado di formare e selezionar­e la classe dirigente di un impero vastissimo, destinato a durare fino all’inizio del secolo scorso. Solo i funzionari di basso rango dovevano prepararsi su materie di natura tecnica, matematica o giuridica, per accedere ai livelli più alti era necessario studiare i classici della tradizione confuciana, depositari dei valori della civiltà e di un’ampia casistica di modelli di comportame­nto virtuoso che venivano interioriz­zati grazie a una dura disciplina, iniziata fin dalla più tenera età. Si dava forma così a un corpo di civil servant letterati che avevano una visione etica comune delle istituzion­i e dello Stato e che considerav­ano l’educazione e la cultura come i soli strumenti di elevazione sociale.

Nella Repubblica popolare cinese di oggi la selezione dei funzionari e dei dirigenti politici avviene secondo un’organizzaz­ione complessa che ricorda quella tradiziona­le e, come in passato, il sistema, in apparenza efficiente, non può evitare casi di cattiva gestione, malversazi­one, corruzione e soprusi, inducendo a dubitare che il benessere del popolo sia sempre il principale obiettivo delle politiche di governo.

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