Corriere della Sera - La Lettura
ESAMI DI STATO PER LETTERATI SAGGI
Anticamente in Cina i funzionari venivano selezionati in base alle loro doti morali e al loro talento, e le retribuzioni erano subordinate all’effettivo compimento di azioni meritorie: chi aveva capacità veniva promosso, chi non si dimostrava all’altezza veniva rimosso. Nel Quarto secolo a.C., Mencio suggerì di dare importanza anche alle competenze acquisite con lo studio, a prescindere dall’estrazione sociale, «procedendo con prudenza, perché potrebbe essere necessario dover far avanzare persone di condizione modesta preferendole a persone di rango elevato, perfetti sconosciuti piuttosto che propri familiari». Inoltre, nella scelta delle persone più meritevoli il sovrano avrebbe dovuto avvalersi non solo dei pareri di ministri e consiglieri ma anche del giudizio del popolo, dal momento che il popolo, valutato l’operato dei suoi superiori, si sarebbe comportato di conseguenza.
Su queste basi, in epoca imperiale prese avvio un sistema centralizzato di reclutamento che nel giro di qualche secolo si sarebbe trasformato nel sistema di esami imperiali più formidabile del mondo antico, in grado di formare e selezionare la classe dirigente di un impero vastissimo, destinato a durare fino all’inizio del secolo scorso. Solo i funzionari di basso rango dovevano prepararsi su materie di natura tecnica, matematica o giuridica, per accedere ai livelli più alti era necessario studiare i classici della tradizione confuciana, depositari dei valori della civiltà e di un’ampia casistica di modelli di comportamento virtuoso che venivano interiorizzati grazie a una dura disciplina, iniziata fin dalla più tenera età. Si dava forma così a un corpo di civil servant letterati che avevano una visione etica comune delle istituzioni e dello Stato e che consideravano l’educazione e la cultura come i soli strumenti di elevazione sociale.
Nella Repubblica popolare cinese di oggi la selezione dei funzionari e dei dirigenti politici avviene secondo un’organizzazione complessa che ricorda quella tradizionale e, come in passato, il sistema, in apparenza efficiente, non può evitare casi di cattiva gestione, malversazione, corruzione e soprusi, inducendo a dubitare che il benessere del popolo sia sempre il principale obiettivo delle politiche di governo.