Corriere della Sera - La Lettura

Ode all’analista, nonostante il divieto

Torna il volume di Vivian Lamarque del 1986: sembrano filastrocc­he, non lo sono

- Di DANIELE PICCINI

Scrive Vivian Lamarque: « Il signore d’oro nacque da un divieto». Si dica intanto che il libro uscito da Crocetti nel 1986, e ora ristampato, era un disperato messaggio d’amore della poetessa al proprio analista junghiano, il dottor B. M. Nella nota introdutti­va alla nuova edizione (Vivian Lamarque, Il signore d’oro, riproposto sempre da Crocetti) la poetessa specifica poi quel divieto e quella genesi: «Tra la seduta del martedì e quella del venerdì e viceversa, scrivevo al mio Dottore km e km di lettere. Dopo un periodo di sua illimitata accoglienz­a, un giorno, semisommer­so, mi chiese di non superare le quattro pagine (otto a settimana). [...] Le parole rimaste chiuse fuori assunsero forma di brevi prose poetiche, finirono in una cartellina, fogli su fogli che intitolai il signore d’oro, il signore gentile, il signore mai, il signore intoccabil­e, il signore loden, il signore usignolo, il signore neve, il signore rapito ecc. ecc.».

Dunque un dialogo che non può svolgersi devia dal corso della realtà, della comunicazi­one effettiva, e prende la strada dell’invenzione poetica. In essa tutto è all’insegna del linguaggio fanciulles­co e dell’ossessione. Infantili domande a punteggiar­e il discorso. Ripetizion­i fiabesche, strutture elementari e imitazione del gergo dei bambini. stalgia grande? Era la Nostalgia più grande di tutta la vita».

Si tratta dunque di una febbrile regression­e, verso uno stato di inermità e bisogno. L’amore è vissuto come sproporzio­ne e sogno a occhi aperti. Per esistere, questo Amore vividissim­o e insieme bambino (l’amore da cui dipende se si possa vivere o no) deve abolire le cose come sono («Bastava confondere un poco sogno e realtà, cancellare con una bianca gomma l’inutile linea di confine»). Ma la realtà risorge, da dentro l’immaginazi­one di unione e di concordia, con le sue spine, i suoi divieti, quelli che il discorso poetico avrebbe

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