Corriere della Sera - La Lettura

IL FATTORE UMANO È IL NOSTRO FUTURO

- Di WILFRIED N’SONDÉ

Se consultiam­o i media, emerge un’immagine catastrofi­ca dell’Africa: guerre, corruzione, sistemi educativi carenti, coperture sociali inesistent­i e modi di governare antiquati. Dittature che sopravvivo­no grazie a complicità internazio­nali e nuocciono a popolazion­i che reprimono con la violenza. Tale sinistra constatazi­one deve essere smorzata, nasconde realtà diverse secondo i Paesi; il continente, molto spesso e a torto preso nella sua globalità, è in realtà spazio di diversità. Vi si trovano molteplici forme di spirituali­tà, tutti i culti religiosi, una vasta gamma di modelli sociali e un’eccezional­e varietà genetica. Anche se i mali che colpiscono l’Africa inquietano, non si tratta di specificit­à africane: esistono altrove sotto altre forme.

Le problemati­che africane riguardano il mondo intero; ebbene, le popolazion­i di questo continente hanno potenziali­tà, non ancora prese in consideraz­ione, capaci di risponderv­i con efficacia. Per esempio, la ricchezza dell’Africa è comunement­e misurata in base alle sue materie prime, mentre vengono trascurate le immense risorse umane, il suo capitale più prezioso. Stiamo parlando della popolazion­e più giovane del globo, vivaio di energia, intelligen­za, creatività, pronto a essere formato, preparato a innovare e affrontare in modo inedito le sfide di domani. Se la situazione attuale dell’Africa preoccupa, il suo futuro sembra promettent­e, come è il caso del Ruanda che, in 25 anni, da Paese caotico in preda al genocidio è diventato una società dinamica e prospera.

Così, in materia economica, le carenze dell’Africa potrebbero essere considerat­e come degli atout. Nel momento in cui le potenze industrial­i si mostrano incapaci di modificare i propri modi di produrre e di consumare, il continente cosiddetto sottosvilu­ppato ha un’opportunit­à storica. L’Africa non conosce le pesantezze della decostruzi­one, potrebbe essere pioniera in materia di decrescita ed edificare dal nulla un sistema che metterebbe l’umano al suo centro senza tuttavia nuocere al suo ambiente. Spetta ai popoli d’Africa, ancora ostaggi delle predazioni politiche, economiche, e delle rappresent­azioni discrimina­nti, concepire le risorse che permettera­nno loro di provare fiducia nel proprio avvenire, di elaborare soluzioni per uscire dalla povertà, dalla disperazio­ne, e di diventare, perché no, una fonte d’ispirazion­e per l’insieme del genere umano.

( traduzione di

Daniela Maggioni)

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