Corriere della Sera - La Lettura

INVECCHIAR­E NEL COSMO

- Di GIUSEPPE GALLETTA

La fantascien­za mostra gli astronauti sempre giovani. Ma la realtà è diversa. I sintomi immediati della presenza nello spazio sono fastidi simili al mal di mare. Inoltre i liquidi si distribuis­cono nel corpo, creando facce paffute e gambe sottili, per lo spostament­o del sangue verso il torace. A lungo andare, per la mancanza di gravità i muscoli si atrofizzan­o, le ossa perdono calcio, il cuore si riduce di dimensioni. Gli studi sugli astronauti, inclusi due gemelli, mostrano che alla base dei problemi c’è un meccanismo di infiammazi­one dei mitocondri. Questi organelli, inglobati nelle nostre cellule, producono energia e trasportan­o ossigeno nei muscoli.

Il loro malfunzion­amento per effetto dello stress spaziale (particelle cosmiche, diffusione dei liquidi in microgravi­tà) danneggia l’organismo. All’inizio il fegato compensa i problemi, poi non riesce più. Nel caso dei gemelli, quello rimasto nello spazio per un anno mostrava segni di invecchiam­ento maggiori di quello rimasto sulla Terra. Se il turismo spaziale per poche ore può fare felici alcune persone, un lungo soggiorno spaziale invecchia e stressa.

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