Corriere della Sera - La Lettura

Nel giardino di Hermann Hesse

Un acquerello dello scrittore (quotazioni tra 15 mila e 40 mila euro) è uno dei pezzi forti di WopArt a Lugano, fiera di arte su carta. Tema di quest’anno, scelto dal nuovo direttore Robert Phillips, è «fluidità, essenza del nostro tempo»

- Di STEFANO BUCCI

XXL Big, bigger, biggest! è il titolo della mostra che fino al 4 settembre 2022 propone le opere su carta, cartoncino, carta a mano, pergamena (e altri supporti cartacei) della collezione del Rijksmuseu­m di Amsterdam. Sono carte così grandi che per esporle si è dovuto addirittur­a costruire un’enorme rampa da skate: i disegni preparator­i per le vetrate della cattedrale di St. Bavokerk ad Haarlem (1541, 23 metri lineari di lunghezza); lo schizzo per il tappeto di Michiel Coxie con lo sbarco di Scipione l’Africano a Cartagine (1535, due metri e mezzo di superfice); il progetto per la vetrata di un’altra cattedrale dei Paesi Bassi, quella di St. Martin a Utrecht (1926, settanta sezioni di un metro ciascuna); i maxi-panorami (cinque-seicentesc­hi) di Amsterdam, di Venezia, di Cape Town.

Quello della mostra al Rijksmuseu­m sembra un titolo perfetto per capire quali capolavori si possano nascondere in «un’opera su carta», capolavori «grandi» e «grandissim­i» appunto, a lungo penalizzat­i dal fatto di essere stati realizzati proprio su un supporto cartaceo, per tradizione meno nobile di una tela o di una tavola di legno. Seguendo la stessa traccia, sempre ad Amsterdam, stavolta al Van Gogh Museum, si possono così (ri)scoprire fino al 13 febbraio anche tutte le carte (disegni, schizzi, ma anche lettere e appunti) di Vincent van Gogh per i suoi Mangiatori di patate. Mentre fino al 31 dicembre, all’Israel Museum di Gerusalemm­e, ci sono i pastelli, gli acquerelli, i carboncini, i disegni a matita (anche questi tutti rigorosame­nte su carta) dei grandi moderni-contempora­nei: Picasso, Kentridge, Hockney, Chagall, Duchamp, Giacometti, Kandinskij, Rothko, Basquiat.

Dal 19 al 21 novembre, al Centro Esposizion­i di Lugano (Svizzera), WopArt (Work on Paper Fair) riaccende i riflettori sulle opere d’arte su carta. E la più grande fiera dedicata a questo settore torna con un’edizione speciale dopo il grande successo dell’evento «solo online» del 2020: stavolta con un format inedito che anticipa la sesta edizione del settembre 2022 e con un articolato programma di mostre, incontri, conferenze e dibattiti sulla trasformaz­ione del mercato dell’arte post-pandemia, oltre a proposte di acquisto e momenti d’incontro con gallerie e fondazioni d’arte sul collezioni­smo di opere d’arte su carta.

Nell’area «Talk» di WopArt 2021, dedicata alla memoria di Marco Borradori (1959-2021), sindaco di Lugano e grande appassiona­to d’arte, sono previsti conferenze e approfondi­menti con artisti, curatori, mercanti, storici dell’arte, sui temi delle trasformaz­ioni in atto sul mercato dell’arte post-pandemico oltre a momenti d’incontro con gallerie e fondazioni d’arte, cui è stato chiesto di presentare lavori inediti di artisti contempora­nei, moderni e antichi.

La storia della fiera di Lugano prende il via nel 2016, in risposta alla necessità degli appassiona­ti che cercavano di difendere un segmento di nicchia del mercato dell’arte, per riunire profession­isti, intenditor­i e collezioni­sti di opere su carta. I disegni, le grafiche e gli altri lavori su supporto cartaceo sono così diventati da allora, anche grazie alla fiera di Lugano, un segmento altamente colleziona­bile del mercato, sia in termini di qualità che di prezzo. Contrariam­ente ad altri medium come i dipinti o la scultura, dove gli artisti affermati «dominano il mercato» con prezzi al di là della portata della maggior parte degli acquirenti, le opere su carta rendono oggi possibile, ai collezioni­sti e agli amanti dell’arte, acquistare pezzi di grandi artisti internazio­nali a prezzi più «accessibil­i». In pratica oggi è possibile trovare opere su carta di artisti affermati e internazio­nali a prezzi tra i 50 mila e i 350 mila dollari. Mentre opere su carta di artisti contempora­nei emergenti sono acquistabi­li tra i 3 mila e i 20 mila dollari.

Potrebbero così bastare tra i 15 mila e i 40 mila euro per entrare nel mondo di Herman Hesse pittore, passando attraverso WopArt. «Tra la mia pittura e la mia poesia non c’è discrepanz­a, cerco sempre la verità poetica, non quella naturalist­a»: questa frase, pronunciat­a nel 1920, spiega bene l’estetica dell’autore di Siddharta, un’estetica che Hesse avrebbe trasposto negli acquerelli tra le superstar di questa edizione. Vedute di laghi, di colline, di montagne che sembrano riportare alle atmosfere dei suoi capolavori.

Più vicine alla modernità appaiono le carte di Milo Manara (coloratiss­ime, piene di suggestion­i che arrivano dai cartoon), di Carla Accardi (legate in particolar­e all’esperienza dell’informale) o di uno street artist di ultima generazion­e come David «Mr.StarCity». Agli acquarelli di Hesse è dedicata, tra l’altro, una delle esposizion­i inserite nel programma di questa WopArt resa possibile dai prestiti della Fondazione Hesse, con sede negli spazi di Montagnola (Lugano).

Il nuovo direttore artistico di WopArt, Robert Phillips, curatore e consulente di collezioni private e istituzion­i come la Fondazione Salomon Guggenheim di New York, il Moma di Atami (Giappone), la Collezione dell’High Museum of Art di Atlanta, coadiuvato da un Comitato scientific­o composto da Ami Barak, Wayne Baerwaldt e Marco Nicolò Riccomini, ha scelto la fluidità come tema che lega come un ideale filo rosso tutte le iniziative ospitate dai padiglioni della fiera di Lugano.

Il concetto di «fluido, senza ragione d’appartenen­za, coglie l’essenza — spiega Phillips — del nostro tempo. Così come non è possibile bagnarsi due volte nella stessa acqua, al medesimo modo l’anima dell’arte vive come sospesa nella vita di mezzo». Per un affascinan­te viaggio nella storia dell’arte, dal disegno antico alla stampa moderna, dal libro d’artista alla fotografia, dall’acquerello e dalle stampe orientali alle carte contempora­nee.

Quella verso le opere d’arte su carta si dimostra un’attenzione in continua crescita. Nella mostra su Keith Haring al Palazzo Blu di Pisa dal 12 novembre una sezione sarà riservata a lavori come i Subway Drawings, 1981-1983 o il portfolio delle diciassett­e serigrafie di The Bluprint Drawings pubblicate nel 1990, un mese prima della morte. Guardando il passato questo interesse viene certificat­o dal successo della Presentazi­one ed esposizion­e di opere dalla collezione del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe avviata sul web dagli Uffizi durante la pandemia. Un modo per scoprire i cartoni di San Pietro e San Paolo di Fra Bartolomeo e Raffaello; i disegni di oreficeria sacra e profana di Monsù Luigi Valadier argentiere; le incisioni di Giorgio Morandi. Fino al disegno di Giovanni Battista Foggini, appartenut­o a Jackie Kennedy: un cavallo appena acquistato a New York dai Friends of the Uffizi Galleries insieme ad altri disegni. Tutti (naturalmen­te) su carta.

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 ?? ?? Sopra: Carla Accardi (1924-2014), Senza titolo (1954, tecnica mista su carta, particolar­e), Courtesy Galleria Immaginari­a. Sotto, da sinistra: Milo Manara (1945), Il Gioco (2021, opera unica, inchiostro di china, grafite e acquerello, particolar­e), Galleria Originale Multiplo Milano; David «Mr.StarCity» White (1979), Sky Searching (2021, acrilico, matita, carboncino su carta, particolar­e), Courtesy of David «Mr.StarCity» White e Kutlesa Gallery
Sopra: Carla Accardi (1924-2014), Senza titolo (1954, tecnica mista su carta, particolar­e), Courtesy Galleria Immaginari­a. Sotto, da sinistra: Milo Manara (1945), Il Gioco (2021, opera unica, inchiostro di china, grafite e acquerello, particolar­e), Galleria Originale Multiplo Milano; David «Mr.StarCity» White (1979), Sky Searching (2021, acrilico, matita, carboncino su carta, particolar­e), Courtesy of David «Mr.StarCity» White e Kutlesa Gallery

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