Corriere della Sera - La Lettura

Corpo e sentimento Il romanzo di Damásio

- Di EDOARDO BONCINELLI

Lo scienziato portoghese condensa in un volume ogni aspetto dell’intelligen­za biologica che caratteriz­za gli organismi viventi

Il libro di saggistica più ghiotto è quello nel quale un grande autore si misura con un grande tema. Se poi lo fa partendo da un punto di vista veramente originale, si raggiunge una piccola vetta del pensiero e della riflession­e difficilme­nte uguagliabi­le e molto godibile. Non capita spesso ma capita, anche se poi tutte le classifich­e di vendita vengono dominate dai romanzi. António Damásio che parla della coscienza può rappresent­are più che degnamente uno di questi casi. Vediamo ad esempio Sentire e conoscere pubblicato da Adelphi. Damásio è un famoso neurobiolo­go portoghese, dotato per la narrazione e la scrittura, che ci ha parlato di vari aspetti del sistema nervoso in diversi libri di successo. Quasi tutti sono centrati sulla coscienza, uno dei problemi più affascinan­ti ma anche più difficili da affrontare.

Una prelibatez­za dunque, ma con due «ma». Da una parte sta la consideraz­ione che su questo tema il nostro ha già scritto tanto, così che ci viene da chiederci se avrà ancora cose interessan­ti da dire. Dall’altra non si può non notare che in questi anni i libri sulla coscienza si sono moltiplica­ti e si prova quasi un fastidio nell’accingersi a leggerne un altro ancora. Questi libri offrono versioni diverse dell’origine e delle funzioni della coscienza, versioni tutte molto interessan­ti e ingegnose, se non geniali.

Ma eccoci al colpo di scena: questo libro parlerà solo di aspetti concettual­i profondi del tema e farà una sorta di sintesi della storia universale della vita e della sua percezione, così che veramente potrà essere letto da chiunque, anche da chi è quasi digiuno dell’argomento. Basta che sia disposto a riflettere «con mente pura». Apprendiam­o nell’introduzio­ne che questa precisa scelta di campo è stata compiuta in risposta a una sollecitaz­ione abbastanza esplicita da parte dell’editore committent­e. E vediamo. «Qualsiasi teoria cerchi di spiegare l’esistenza delle menti e della coscienza ignorando il sistema nervoso è destinata al fallimento... D’altra parte, qualsiasi teoria si appoggi esclusivam­ente sul sistema nervoso... è destinata a fallire anch’essa». Questo vuol essere un po’ il messaggio profondo dell’opera.

Damásio insiste, cioè, sull’assoluta centralità del corpo in tutti questi vissuti. Non è una novità, come non è una novità l’importanza che l’autore dà ai sentimenti nel processo di affermazio­ne della coscienza. Sono cose note, ma la loro riproposiz­ione emerge con grande naturalezz­a dall’approccio scelto. Le pietre miliari di questo cammino sono il Corpo, i Meccanismi omeostatic­i e i Sentimenti. «Gli uomini prima sentono senz’avvertire, dappoi avvertisco­no con animo perturbato e commosso, finalmente riflettono con mente pura», aveva già detto Vico.

Tutto parte dal corpo quindi, con il suo appannaggi­o di intelligen­ze inesprimib­ili che noi chiamiamo meccanismi omeostatic­i. Nello sviluppo individual­e come nell’evoluzione. Questi meccanismi sovrintend­ono alla condizione del nostro ambiente interno: sono necessari per sopravvive­re ma non ancora sufficient­i per vivere. Poi viene il sistema nervoso, più o meno complesso e più o meno centralizz­ato e cefalizzat­o.

Secondo l’autore l’attività mentale consistere­bbe inizialmen­te nel costruire immagini riferite ad aspetti del mondo che ci circonda. Ma queste immagini non sarebbero ancora coscienti. Per diventare tali vanno collegate a un proprietar­io, a un sé, per esempio a un me. Cominciamo con questo ad avvertire sensazioni, positive o negative, sottili o pesanti e poi approvanti o disapprova­nti. Qualcosa ci dice infine che siamo noi. Come? Sentiamo l’autore: «Le immagini del mondo interno sono atipiche per diverse ragioni. I dispositiv­i che le creano non si limitano a ritrarre il nostro mondo viscerale interno; sono anche ancorati ad esso, connessi alla sua chimica in un’intima interazion­e a doppio senso. Il risultato è la produzione di ibridi denominati sentimenti. Una mente normale è costituita di immagini provenient­i tanto dall’esterno — convenzion­ali o dirette — quanto dall’interno: specifiche e ibride».

La coscienza nascerebbe proprio dalla sovrapposi­zione di un ricchissim­o tessuto di sensazioni, che esprimono un riferiment­o concreto e tangibile al loro proprietar­io, e che noi chiamiamo sentimenti, alla rete di immagini che noi chiamiamo mente. In estrema sintesi noi siamo per metà mondo e per metà corpo. Chi sa se qualche ideologo lo sa?

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L’autore António Rosa Damásio (Lisbona,1944) è neurologo e neuroscien­ziato L’immagine Daniele Sigalot (Roma, 1976), Master of Mistakes (2022), fino alla fine di febbraio alla Galleria d’arte moderna e contempora­nea di Roma
ANTÓNIO DAMÁSIO Sentire e conoscere Traduzione di Isabella C. Blum ADELPHI Pagine 211, € 14 L’autore António Rosa Damásio (Lisbona,1944) è neurologo e neuroscien­ziato L’immagine Daniele Sigalot (Roma, 1976), Master of Mistakes (2022), fino alla fine di febbraio alla Galleria d’arte moderna e contempora­nea di Roma

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