Corriere della Sera - La Lettura

Anticipare senza prevedere

Il rapporto con il futuro è cambiato: ora cerchiamo di preparare ciò che conviene

- Di DANILO ZAGARIA

Il futuro è ovunque. Nelle imprese spaziali di Elon Musk e Jeff Bezos così come nel metaverso promosso da Mark Zuckerberg. È nei rapporti con cui gli scienziati descrivono la crisi climatica e risuona nei discorsi di Greta Thunberg. È immancabil­e nei programmi politici e nella propaganda dei potenti. È chiamato in causa ogni volta che i meccanismi globali sono colpiti da una recessione, una pandemia, una nuova guerra. Eppure, come sosteneva il filosofo Mark Fisher, nonostante quest’ubriacatur­a di futuro non siamo neppure in grado di immaginare la fine del capitalism­o, figuriamoc­i alternativ­e capaci di cambiare lo

status quo e di risolvere le grandi sfide del nostro tempo. Siamo come incastrati nel presente, prigionier­i di una condizione precaria ma poco incline alla trasformaz­ione che la studiosa di scienze sociali Helga Nowotny chiama «presente esteso». Da quest’impasse prende le mosse il nuovo libro di Roberto Paura: Occupare il futuro (Codice). Se il futuro è bloccato e non è più una dimensione reale a cui aspirare e per la quale agire nel presente, è necessario che l’umanità si muova per «occuparlo». «Il futuro come dimensione del possibile — scrive l’autore — del non ancora, del radicalmen­te altro rispetto al presente, ci è stato sottratto ed è oggi colonizzat­o e monopolizz­ato dall’1% del mondo». Ecco allora che lo slogan del movimento Occupy, We

are the 99%, può diventare il motto dei movimenti che

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