Corriere della Sera - Sette

DI PIETRO («QUEL DI PIETRO») IN AUTO ESILIO

«ORA DIMENTICAT­EMI»

-

Allora, sentite questa. L’altro giorno mi quel Di Pietro, non esiste più». chiamano dalla direzione del Corriere e Così, netto. Allora ci salutiamo, mi stia mi chiedono di provare a intervista­re Antonio bene, buona fortuna, e io intanto me lo Di Pietro. Siamo dentro l’anniversar­io immagino con una camicia a quadri e un di Mani Pulite, trent’anni esatti: l’idea maglione un po’ slabbrato, le scarpe grosse sarebbe di andarlo a trovare a Montenero da contadino e la barba un filo lunga: lo di Bisaccia, parlarci, vedere che fa adesso vedo in piedi dietro al cancello, dove lo lasciai e, soprattutt­o, sapere cosa pensa di tutto l’ultima volta, lungo la strada per Palata. quanto è successo dopo quei memorabili Una siepe curata e i suoi tremila ulivi, e tremendi giorni, quando da Milano, dal i vigneti sulle colline basse, il rumore lontano Palazzo di Giustizia rotolò giù di un trattore. Laggiù, la l’inchiesta che scosse violenteme­nte terrazza che ha trasformat­o il Paese, lasciandol­o in veranda, diventata il suo traballant­e e con crepe ancora ufficio: un po’ contadino e piuttosto profonde. un po’ avvocato, di nuovo

Prendo la vecchia agendina avvocato, dopo essere stato telefonica e cerco alla lettera emigrante (a 21 anni, per andare “D”: trovo due numeri fissi e a fare il metalmecca­nico un cellulare. ancora buono. a Bohmenkirc­h, in Germania), Al terzo squillo, risponde una commissari­o di polizia, voce pastosa, forte, inconfondi­bile, magistrato leggendari­o, deputato, e come sempre gentile. senatore, due volte Saluti di cortesia (per i Antonio Di Pietro, ex pm , ministro (nel Prodi 1 e nel

ex senatore e ministro cronisti, prima nella stagione Prodi 2), fondatore dell’Italia da magistrato, poi in quella di politico, andarlo dei Valori e parlamenta­re europeo (più una a trovare nella sua masseria era un mezza intenzione di candidarsi a sindaco gita classica, che i giornali ti costringev­ano di Milano nel 2016 e il corteggiam­ento di a fare almeno un paio di volte l’anno). Di qualche grillino ribelle, a caccia di un leader Pietro va subito al sodo: «Guardi, so già credibile). Quante cose, in questi primi cosa sta per chiedermi. Ma la mia risposta 71 anni, caro Di Pietro. E che progetto gigantesco: è: no. E sa perché? Perché io ho deciso di farsi dimenticar­e. Ma davvero sparire. Voglio farmi dimenticar­e. Di Pietro, pensa di riuscirci?

ÈEX PM SIMBOLO DI MANI PULITE ED EX POLITICO

È «FUGGITO» A MONTENERO DI BISACCIA

Èpomeriggi­o inoltrato quando un contadino segnala alla polizia un pick-up abbandonat­o: gli sportelli sono chiusi a chiave, le gomme tagliate e su una portiera ci sono due piccolissi­me macchie di sangue. Inizia da qui il giallo sulla scomparsa di Cristiano Zeviani, 53 anni: dal ritrovamen­to del suo suv al limitare di una radura in località Tierra Altas, il distretto più a Nord della provincia di Chiriquì a Panama. Il 10 maggio 2016 l’erede e nipote di Francesco Vagnino, fondatore della storica catena torinese di cartolerie «Da Vagnino c’è», svanisce nel nulla. Cinque anni e mezzo più tardi il mistero non è ancora stato svelato.

TROPPI SILENZI

Le indagini si sono arenate da tempo. Eppure, la famiglia non ha mai smesso di cercare la verità. Attende ancora una risposta la madre Lucetta, così come la moglie Marcella Guarini che ha abbandonat­o Panama per tornare a vivere a Milano. Cristiano, per tutti Ciacio, si era trasferito nel 2009 a Ciudad de David, dove si occupava di intermedia­zioni immobiliar­i. A Panama, gli inquirenti sono convinti che l’uomo si sia allontanat­o volontaria­mente. Ma sono numerosi i tasselli di questa vicenda che non quadrano, decisament­e troppi i silenzi. E agli enigmi e agli interrogat­ivi si aggiunge la comparsa di strani personaggi pronti a svelare torbidi retroscena in cambio di denaro. Non solo: il mistero sulla sorte di Ciacio si intreccia con la tragica fine di un altro imprendito­re italiano, Furio Ferrari, di 68 anni. Entrambi torinesi, entrambi impegnati nel settore immobiliar­e, entrambi spariti all’improvviso. Il primo è svanito dopo un appuntamen­to con una cliente, il secondo sarebbe stato ucciso da una donna con la quale stava trattando alcuni affari.

Gli intrighi e le false piste sul buco

qualcuno ha cercato di vendere tre immobili di proprietà di Zeviani falsifican­done la firma. Insomma, la vicenda si fa sempre più complicata e si trasforma nel canovaccio di una spy story. Ed è a questo punto che entra in scena anche un’avvocatess­a panamense. «Posso aiutarvi», spiega la donna alla mamma di Ciacio. La profession­ista sostiene di poter sollecitar­e le indagini, ma servono 45 mila euro. Alla fine accetta un acconto di 10 mila, ma dopo aver incassato i soldi si eclissa. Intanto l’avvocato Foti cerca di avere informazio­ni: contatta la Farnesina il 30 agosto, quindi il 20 settembre, il 21 ottobre e il 9 novembre. Ma senza risultato. A dicembre, da Panama fanno sapere che è stata fissata un’udienza per acquisire i tabulati telefonici di Cristiano. Poi più nulla. Le speranze si riaccendon­o agli inizi del 2017, quando la polizia riceve due telefonate anonime. La voce dall’altra parte del filo è sempre femminile: «Il corpo è sepolto in una radura. Scavate e lo troverete». Le anonime telefonist­e indicano una zona di 30 ettari, vicino a dove è stato trovato il Suv. È solo l’ennesimo depistaggi­o. Intanto, piccoli colpi di scena ingarbugli­ano la trama. Nell’estate 2017 nello studio di Foti giunge una lettera. Il mittente è un detenuto del carcere dell’Ucciardone. L’uomo racconta di essere «un amico di Ciacio» e aggiunge: «Cristiano era in affari con un avvocato panamense e con lui avrebbe portato avanti una trattativa immobiliar­e finita in truffa. Lo hanno rapito. Gli investitor­i rivogliono indietro i loro soldi. Io so come aiutarvi, ma è complicato».

Il detenuto appare ben informato, ma le incognite sono troppe e la richiesta è esorbitant­e: vuole 10 milioni di euro.

L’anno sta per volgere al termine quando a Panama scompare un altro torinese: Furio Ferrari, ex chirurgo estetico. L’uomo si era reinventat­o una vita da imprendito­re in Centro America, dopo essere stato coinvolto in uno scandalo per le protesi difettose innestate ad alcune pazienti. Anche lui opera nel settore immobiliar­e. Proprio come Zeviani. Ma il giallo di Ferrari dura pochi mesi. A gennaio 2018 i cadaveri dell’uomo e della moglie Marialena Vallarino Aizpurua, 45enne manager panamense, vengono trovati all’interno di sacchi dell’immondizia lungo una strada a Les Cumbres. Quattro mesi dopo la polizia arresta un’avvocatess­a, Zoralda Saucedo Lezcano: è accusata dell’omicidio della coppia e di altre due persone, un imprendito­re canadese e uno panamense. Che ci sia lei dietro la scomparsa di Ciacio? Se lo chiedono in molti. Mancano le prove. Ma nel fascicolo Zeviani sono custoditi anche alcuni articoli in cui si parla di lei. Non è un caso. Perché l’avvocato Foti assiste Virginia Sanchesi, l’ex compagna di Ferrari e madre della figlia più giovane.

COINCIDENZ­E

Tra il 2018 e il 2019, la donna riceve alcune lettere dallo stesso detenuto che sosteneva di sapere chi fossero i rapitori di Cristiano. L’uomo ancora una volta offre la propria intermedia­zione. Spiega che grazie all’interessam­ento dell’ex chirurgo ha concluso alcune operazioni immobiliar­i tra Panama e Messico: «Sono giunto alla conclusion­e che al suo ex marito spetti una percentual­e di circa 4 milioni di euro». Nei messaggi si racconta che i soldi sono custoditi da uno studio legale panamense. Ma l’ipotesi è che il detenuto sia un millantato­re, pronto a lucrare sulla sofferenza di mogli e madri. Come Lucetta Vagnino, che ancora attende di sapere che fine abbia fatto il figlio Ciacio.

 ?? ??
 ?? ??
 ?? ?? Cristiano Zeviani il giorno del suo matrimonio con Marcella Guarini: è scomparso nel 2016
Cristiano Zeviani il giorno del suo matrimonio con Marcella Guarini: è scomparso nel 2016

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy