Corriere della Sera - Sette

L’ALTRA ME «HO SEMPRE RINGRAZIAT­O MARCO, SE NON MI AVESSE TRADITA NON AVREI VINTO SANREMO A 18 ANNI»

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CDI TERESA CIABATTI FOTO DI RUVEN AFANADOR

osa sarebbe successo se non avessi vinto Sanremo?» si chiede Laura Pausini dall’età di diciotto anni, da quando cioè trionfa al Festival con La solitudine, dando avvio a una carriera di successi, premi, milioni di dischi venduti nel mondo. Da ventinove anni Laura Pausini è la più importante cantante italiana. La più amata, la più acclamata. Di recente è stata a Sanremo come super ospite con Scatola, l’ultimo singolo scritto insieme a Madame. Prossimame­nte, con Alessandro Cattelan e Mika, presenterà l’Eurovision, e il 7 aprile uscirà su Prime Video il film Laura Pausini, piacere di conoscerti (scritto con Ivan Cotroneo e Monica Rametta) che ripercorre la sua carriera e racconta una Laura alternativ­a, quella che sarebbe stata se non avesse vinto Sanremo. La risposta alla domanda che si pone da anni. E allora torniamo indietro, torniamo a Solarolo (provincia di Ravenna), a mamma Gianna, maestra d’asilo, a papà Fabrizio, cantante di pianobar. Torniamo alla ragazzina che fin dall’età di otto anni fa pianobar col padre nei locali della Romagna.

La Laura del film, ovvero la Laura non famosa, quella che poteva essere senza la vittoria di

Sanremo, le è piaciuta?

«Mi ha emozionato».

Cosa si porta dietro della vita di prima?

«Per esempio le amiche: Cristina, Elisa, Lorena e Erika. Non ci siamo mai perse, le volte che torno a Solarolo d’estate facciamo ginnastica in piscina, d’inverno zumba nella palestra della nostra vecchia scuola elementare. Ci siamo date il nome di The Sincronett­e, ma mica andiamo in sincrono, chiacchier­iamo, loro mi aggiornano sulle novità del paese, chi si è sposato, chi ha avuto figli».

Il lavoro delle sue amiche?

«Cristina orafa, Elisa panettiera, Lorena impiegata, Erika operaia».

Ricordi?

«Abbiamo fatto le scuole insieme dall’asilo. Alle superiori ci siamo separate, a Solarolo non ci sono superiori. Ma prendevamo il treno insieme, quel treno delle 7.30. Fino a Castel Bolognese dove c’era il cambio e ognuna andava per la sua direzione».

Su quel treno c’era anche Marco

«Tanti giornali e trasmissio­ni tv lo hanno rintraccia­to per raccontare la nostra storia. Lui ha detto di no ogni volta, è molto riservato».

Perciò tutto vero, tradimento incluso?

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