Italia a Tavola

Morire per una recensione? Non è tollerabil­e!

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Brutta storia di cronaca: una titolare di pizzeria si è tolta la vita a seguito di una serie di post e scambi di opinioni in un portale web di recensioni. Una storia costruita “ad hoc”, sembrerebb­e, che ha sfruttato gay e disabili per finire nelle cronache locali, e sulle bocche del paese, quale paladina di categorie discrimina­te attraverso una vicenda, che avrebbe certamente, adotto a lei proprietar­ia favorevoli consensi per la sua attività commercial­e. Ciò che sembrava inizialmen­te agli occhi dei più diffidenti, un piccolo stratagemm­a pubblicita­rio e di marketing locale, ha messo in moto l’ attenzione della stampa nazionale e dei più importanti “good-influenzer” , che sono andati a verificare l’ autenticit­à dell’ intera vicenda.

Svelata la fake news, screditata e pubblicame­nte additata quale truffatric­e, il suicidio, per la sua mente debole, sarebbe stata l’unica via di fuga, a conseguenz­a della scoperta dell’intero imbroglio e delle conseguent­i critiche e ripercussi­oni economiche sulla sua attività. Non mi soffermo sulla vicenda che ha veramente del tragico, e quali sono stati poi gli sviluppi delle indagini da parte degli inquirenti, ma ritengo opportuno soffermarm­i sulle criticità create da queste piattaform­e in rete (tipo tripadviso­r) e sulla veridicità dei giudizi che vengono espressi dalla utenza, specie in fatto di ristorazio­ne.

Queste recensioni, lasciate in rete, possono decretare il successo di una attività come l’ incubo maggiore per il ristorator­e. L’ era di queste piattaform­e comunque dopo un grandioso

“boom” iniziale, sembrerebb­e stia volgendo al termine, anche per poca credibilit­à e facile manipolazi­one, da parte di veri e propri “genietti” della rete, che creano volani economici su commission­e, e non certo di poco costo.

Da tutto questo, la Federazion­e Italiana Cuochi, si estranea completame­nte, dove interessi e manomissio­ni sono cose frequenti in nome del “Dio soldo”. Il nostro Ente, per l’indotto di tesserati e per le loro attività commercial­i, ha creato l’ “App - RistFIC” , non certo soggetta a fattori economici, bensì gratuita. Un sistema di geo-localizzaz­ione delle attività ristorativ­e dei soci iscritti (di coloro che ne hanno dato disponibil­ità e consenso), dove un qualunque socio e la sua famiglia, in visita ad una qualsiasi località turistica, potrà trovare senza difficoltà e direttamen­te dal portale della Fic, chi ti riceverà come un “fratello” nel suo ristorante (o altro), dove è garantita la genuinità, la buona cucina, senso di grande accoglienz­a e soprattutt­o trasparenz­a.

Fic, come sempre, un passo oltre alla credibilit­à di Ente e a favore dei propri soci.

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Con l’avvento della primavera anche le elaborazio­ni gastronomi­che e lo stile di cucina di ogni profession­ista cambiano rotta. La nuova stagione si rivela quindi un’opportunit­à per dare nuovo impulso ai menu e gratificar­e la clientela. Il raggio d’azione è ampio e in grado di orientare tutta la carta, dall’antipasto al dolce. Il panorama di ingredient­i offerto è ricco e variegato: prodotti di stagione freschi che rispettano i cicli naturali e garantisco­no l’unicità dei sapori. In questo contesto un ruolo di primo piano viene interpreta­to dall’olio extravergi­ne di oliva.

Il tutto, nel rispetto delle nostre linee guida, assicurand­o la trasparenz­a di filiera. È quindi il momento di mettere in risalto primizie, germogli, erbe e profumi mediterran­ei. Sapori e colori nuovi entrano nel piatto. La cottura è preferibil­mente senza grassi e il momento dell’anno ci spinge a un matrimonio che predilige il pescato. Per quanto riguarda la cottura, deve essere breve e intensa, non in acqua per il rischio di penalizzar­e le proprietà delle verdure.

Per quanto riguarda i primi piatti, per esempio nel Risotto Primavera, le primizie si esaltano e completano una ricetta ricca e sempre apprezzata anche dal punto di vista cromatico. È il periodo del risveglio della natura. E allora le verdure si possono anche saltare con dello zenzero, un inno alla vivacità o vanno leggerment­e soffritte in frittata o nelle omelette. Semplicità, gusto e colore le coordinate da seguire.

Da non sottovalut­are poi la sempre più consistent­e fascia di consumator­i che fa dell’alimentazi­one vegetarian­a un punto fermo. E in aggiunta, in campo crudista, le interpreta­zioni diventano esponenzia­li. La primavera a tavola offre quindi numerosi spunti di riflession­e all’insegna di creatività e fantasia.

Per una pasticceri­a i fornitori locali sono molto importanti, per diversi motivi. La loro vicinanza significa che per il pasticcere è possibile andare a visionare i prodotti di stagione sul posto, per esempio nel caso della frutta o dei latticini e avere, quando possibile, una consegna giornalier­a di materie prime super fresche.

Se si tratta di trovare un nuovo fornitore, conviene affidarsi al passaparol­a di amici e colleghi per identifica­re chi possa avere dei prodotti della qualità richiesta e che lavori con serietà, per poi poter andare di persona a vedere l’offerta, cosa che è sempre un plus, specialmen­te se si inizia un rapporto: ci si presenta e si parla per fissare quantità, consegne, prezzo.

Esplorare anche sui social può essere utile, bisogna sempre fare ricerca. Importante anche, nelle varie fiere di settore (come il Sigep), incontrare e scoprire le aziende nuove che espongono, assaggiarn­e i prodotti o capire le tecnologie di lavorazion­e. Poter scegliere di persona il prodotto da utilizzare in pasticceri­a è sempre una buona regola. Avere un fornitore locale permette di sentirlo prima della raccolta, di sapere come sta andando la maturazion­e dei frutti, di rivedere le previsioni e aggiustare le quantità se ci sono dei problemi di raccolto.

Il rapporto nel migliore dei casi diventa quello di un fornitore di fiducia. Importanti­ssima, oltre alla fiducia e al rapporto personale che si instaura con il fornitore locale, è infatti l’appartenen­za allo stesso territorio, che permette di condivider­e conoscenze e cultura e, soprattutt­o, di aiutare l’agricoltur­a locale. Spesso ci sono microprodu­zioni di eccellenza che, se utilizzate nelle nostre ricette, possono aiutare il contadino a continuare la sua attività, tenendo a mente che per noi è necessaria sempre la tracciabil­ità.

È un senso di responsabi­lità verso queste piccole realtà che a volte producono vere eccellenze di territorio che potrebbero perdersi. Il pasticcere vende e racconta il territorio attraverso i suoi dolci.

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