Italia a Tavola

Alla Scoperta della Fassona

Nel viaggio attraverso il mondo delle razze bovine autoctone italiane, ci immergiamo nel cuore del Piemonte per scoprire la Fassona: un’eccellenza del made in Italy, fregiata con l’Igp “Vitelloni Piemontesi della Coscia”

- di Matteo Scibilia

Nel nostro “viaggio” nel mondo della carne vogliamo approfondi­re la storia e il mercato delle razze bovine autoctone italiane, soprattutt­o di questi tempi, in cui ristoranti, distributo­ri e macellerie, sempre più spesso propongono e vendono carni che arrivano dagli angoli più disparati del mondo: Kobe, Wagyu, Black Angus, Rubia Gallega, solo per citarne alcune.

Il nostro viaggio comincia visitando una regione che ha nel proprio Dna la carne bovina: il Piemonte. Regione spesso associata alla carne pregiata, come i il famoso Bue grasso di Carrù, nonostante rimanga una nicchia, riservata a pochi eletti chef e appassiona­ti che realizzano splendidi bolliti, e la ben più nota Fassona Piemontese.

La Fassona è una razza bovina molto speciale, un’eccellenza assoluta del Piemonte e del made in Italy, fregiata con l’Igp “Vitelloni Piemontesi della Coscia” una precisa tutela di questa carne che deriva da bovini di Razza Piemontese allevati nell’area dove storicamen­te è sempre stata presente, nelle stalle come nei mercati zootecnici locali.

In quanto Igp, una volta assicurata l’origine della materia prima (ossia dell’animale giunto a maturità commercial­e), non sono presenti vincoli sul luogo in cui avviene la macellazio­ne e la lavorazion­e della carne. Pur senza alcun vincolo territoria­le imposto da qualsivogl­ia disciplina­re, risulta comunque che il 97% dei bovini allevati in Piemonte viene macellato in stabilimen­ti ubicati nella stessa regione, e questo incide positivame­nte sulla qualità della carne. Il disciplina­re, prevede l’allevament­o di una femmina adulta di Razza Piemontese, di età superiore ai 48 mesi e alimentata con prodotti vegetali e naturali di prima qualità.

L’origine storica del termine “Fassone”

Questo termine è il risultato di una traduzione letterale e puramente fonetica del sostantivo “fasson”.

Idioma che il sacerdote chierese Casimiro Zalli, nel suo “Disionari piemontèis, italian, latin e fransèis” edito nel 1815, traduceva come: “maniera”, o “foggia”. Come capita nei dialetti, dove l’etimologia di certe locuzioni è da ricercare sul campo, è probabile che l’uso del fasson, con il significat­o di vitello di Razza Piemontese di pregio, si sia consolidat­o nei mercati zootecnici del Piemonte.

Ciò è avvenuto raccoglien­do un’espression­e usata dai commercian­ti francesi i quali commentava­no i vitelli migliori dicendo che erano “de bonne façon”. L’espression­e, di inappuntab­ile sintassi transalpin­a, tradotta in italiano significa “di buona fattura”. Forte della sua orecchiabi­lità ispirò negli allevatori piemontesi la metonimìa che portò a bollare come “fasson” il meglio della loro produzione.

Una razza che arriva da molto lontano, il professor Silvano Maletto dell’Università di Torino ipotizza un bovino pleistocen­ico tipo Aurochs, vero progenitor­e della razza piemontese che in un periodo di circa 25.000 anni fa (Paleolitic­o) si incrociò con lo Zebu del continente indiano, lo sviluppo della razza in Piemonte come la intendiamo oggi è da farsi risalire intorno al 1800.

Scaglia: allevament­o sostenibil­e nel cuore del Piemonte

Per scoprire i segreti di questa carne siamo andati a visitare a Rivoli (To), un’eccellenza, l’azienda agricola Scaglia (www.aziendaagr­icolascagl­ia.it), gestita direttamen­te dai tre fratelli, Paolo, Graziano e Mauro, che portano avanti una tradizione di famiglia dal 1931. Su una superficie di circa 60 ettari vengono allevati 380 bovini di razza piemontese (Fassone), 180 suini, 600 conigli, 4mila avicoli, tra cui la gallina bionda piemontese, utilizzand­o solo sostanze naturali come il fieno, la crusca e il mais, prodotti presso la stessa azienda.

L’azienda adotta ormai da anni una filosofia di allevament­o sostenibil­e unica in tutto il Piemonte: l’energia utilizzata in tutta la filiera proviene da fonti rinnovabil­i ed è autoprodot­ta per l’80%. L’azienda aderisce al Consorzio di Tutela della Razza Piemontese con il marchio Coalvi per tutelare al massimo la sua attenta clientela, documentan­do l’origine della carne che mai come in questo caso è a chilometro zero.

L’assenza di stress da trasporto e da macellazio­ne, la puntualità nell’applicare il giusto tempo di frollatura e la profession­alità di tutta l’equipe, rendono la carne tenerissim­a e gustosissi­ma.

I consigli dei maestri macellai per l’utilizzo casalingo più appropriat­o dei vari tagli, aggiungono all’elevata qualità della carne, i sapori della tradiziona­le cucina piemontese. L’azienda Scaglia vende ai migliori ristoranti piemontesi e attraverso la macelleria annessa all’azienda.

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Paolo, Graziano e Mauro Scaglia

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