Italia a Tavola

PROSPETTIV­E SCARSE PER LA STAGIONE DEL TARTUFO BIANCHETTO: LE RAGIONI DI PINO CRESTINI

- di Giuseppe Cristini

Pino, foto e medaglie testimonia­no la tua storia col tartufo, a quando risalgono? E quale sarà, secondo te, l’andamento della stagione del tartufo Bianchetto?

«Queste foto risalgono a 22 anni fa, quando partecipav­o a gare che erano più un’occasione di socializza­zione che altro, poiché dal punto di vista cinofilo non avevano un vero significat­o... erano solo medaglie, senza importanza reale. L’ultima competizio­ne a cui ho partecipat­o è stata quella per il vanghino d’oro a Sant’Agata Feltria (Rn), dopodiché ho smesso.

Riguardo alla stagione del tartufo Bianchetto, è molto seria. Non dico che non ci saranno tartufi, ma sarà quasi così». Quindi, oltre al tartufo Bianco Pregiato, anche il tartufo Bianchetto soffre a causa della siccità? «È scientific­amente provato che i miceli dei Tartufi iniziano a crescere tra Maggio e Luglio. Chi ha una stagione più lunga, come l’Aestivum, potrebbe essere meno colpito, ma il Bianchetto, il Melanospor­um e altri, affrontano maggiori difficoltà. È un’annata difficile, soprattutt­o consideran­do le alte temperatur­e e il vento durante la stagione cruciale da metà agosto a metà ottobre».

Quali zone in Italia sono le più adatte per il Bianchetto?

«Il Bianchetto si trova in tutta la dorsale appenninic­a, soprattutt­o nei terreni superficia­li con querce, roverelle, cerri e carpini neri. Dopo i rimboschim­enti con conifere, come il pino nero e il pino d’Aleppo, le tartufaie artificial­i si sono sviluppate. Ma i migliori ambienti per il Bianchetto sono quelli costieri con terreno leggero, come le pinete sulle dune. Tuttavia, molte di queste aree sono ora occupate dai cinghiali, compromett­endo la produzione». cod 103203

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Accademia del Tartufo nel Mondo

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