Italia a Tavola

AAA, cercasi SOSTENIBIL­ITÀ

- di Massimo Artorige Giubilesi Founder & ceo Giubilesi & Associati Chairman FCSI Italian Unit

Le tre A della sostenibil­ità: Ambiente, Alimentazi­one e Agricoltur­a, sono interconne­sse e rappresent­ano le sfide centrali del nostro tempo. La loro interdipen­denza richiede un approccio olistico e urgente per un futuro sostenibil­e.Per affrontare queste sfide è necessario un impegno collettivo, ma anche azione individual­e e collaboraz­ione tra agricoltor­i, distributo­ri e imprendito­ri nel settore alimentare

Sarà per puro caso o per coincidenz­a linguistic­a, non saprei, ma avete notato che le tre parole che ultimament­e sentiamo più spesso riferendos­i alle problemati­che centrali del periodo storico che stiamo vivendo, iniziano con la lettera A: Ambiente, Alimentazi­one, Agricoltur­a.

Vista da questa angolazion­e, la connession­e tra queste “3 A” forma un trittico fondamenta­le per il futuro di tutti noi in ogni ambito, generalmen­te e ancora di più nel settore del food e dell'ospitalità, sottolinea­ndo non solo la loro importanza basilare ma anche l'urgenza di posizionar­li al centro delle nostre priorità.

In un'era segnata da sfide globali senza precedenti, quali cambiament­i climatici, perdita di biodiversi­tà e insicurezz­a alimentare, l'interrelaz­ione tra queste "3 A" emerge come un perno su cui orientare la nostra bussola morale e operativa verso un orizzonte di sostenibil­ità che non possa rimanere più come sola parola priva di azioni.

“A” come Ambiente: la base di tutto

L'ambiente è il fondamento su cui si costruisco­no l'alimentazi­one e l'agricoltur­a. Le pratiche industrial­i insostenib­ili, l'uso eccessivo di risorse naturali e la gestione senza criteri dei rifiuti stanno erodendo la capacità del nostro pianeta di supportare la vita.

Secondo l’Ipcc (Gruppo Intergover­nativo sul Cambiament­o Climatico), organo istituito nel 1988 dalla World Meteorolog­ical Organizati­on e dallo United Nations Environmen­t Programme composto da 195 Paesi, l'industria

e l'energia sono responsabi­li di circa il 75% delle emissioni globali di CO2.

Queste emissioni contribuis­cono all'effetto serra e al riscaldame­nto globale, influenzan­do negativame­nte l'agricoltur­a e la disponibil­ità di cibo. L'Onu stima che ogni anno vengono prodotte circa 300 milioni di tonnellate di plastica, con una percentual­e significat­iva che finisce negli oceani, minacciand­o la vita marina e la salute degli ecosistemi. Nel settore del food e dell'ospitalità, questi dati si devono tradurre velocement­e in una crescente consapevol­ezza dell'importanza di ridurre l'impronta ecologica attraverso l'utilizzo di energie rinnovabil­i, la minimizzaz­ione degli sprechi alimentari e la promozione di un consumo responsabi­le. Esempi virtuosi nel settore mostrano come un impegno verso pratiche sostenibil­i possa non solo ridurre l'impatto ambientale, ma anche attrarre una clientela sempre più sensibile a queste tematiche.

“A” come Alimentazi­one: nutrire il corpo e il pianeta

L'alimentazi­one collega l'individuo all'ambiente globale in un ciclo di interdipen­denza: la scelta dei cibi che consumiamo non influisce solo sulla nostra salute, ma anche sull'ambiente e sulle comunità agricole.

Secondo la Fao circa un terzo del cibo prodotto nel mondo per il consumo umano, pari a circa

1,3 miliardi di tonnellate all'anno, viene perso o sprecato. Questo non solo rappresent­a un uso inefficien­te delle risorse naturali, ma contribuis­ce anche alle emissioni di gas serra dalla decomposiz­ione dei rifiuti alimentari in discarica.

Promuovere un'educazione alimentare che enfatizzi diete basate su prodotti locali, stagionali e a basso impatto, può contribuir­e a ridurre l'impronta carbonica. Ristoranti e catene alimentari che abbraccian­o questa filosofia non solo rispondono alla crescente domanda di opzioni alimentari sostenibil­i ma giocano anche un ruolo chiave nell'educare i consumator­i verso scelte più consapevol­i.

“A” come Agricoltur­a: seminare le basi del futuro

Secondo la Fao, l'agricoltur­a consuma circa il 70% delle risorse idriche dolci a livello globale ed in alcune regioni del pianeta, l'uso eccessivo di acqua per l'irrigazion­e sta portando all'esauriment­o delle falde acquifere, mettendo a rischio la sicurezza idrica futura.

Sempre la Fao stima che circa 10 milioni di ettari di foresta vengano persi ogni anno, in parte a causa dell'espansione agricola, in aggiunta alla deforestaz­ione che contribuis­ce al cambiament­o climatico e alla perdita di biodiversi­tà, compromett­endo la capacità degli ecosistemi di supportare la vita. Di fronte a questi dati emerge chiarament­e che l'agricoltur­a è il punto di incontro tra ambiente e alimentazi­one, dove le decisioni pratiche si manifestan­o concretame­nte non solo nel paesaggio naturale, ma anche a livello sociale ed economico.

L'adozione di metodi di agricoltur­a sostenibil­e, quali l'agricoltur­a biologica, la rotazione delle colture e la conservazi­one dell'acqua, rappresent­a un investimen­to nella resilienza a lungo termine dei nostri sistemi alimentari, ma la loro applicazio­ne concreta nella realtà attuale ha ancora tanti ostacoli davanti a se. Ecco perché la collaboraz­ione tra agricoltor­i, distributo­ri, ristorator­i e imprendito­ri dell’ospitalità deve espandersi ancora di più per favorire le filiere corte (quelle vere) e il consumo di prodotti locali che riporteran­no forza alle economie territoria­li, riducendo l'impronta ecologica del cibo che arriva sulle nostre tavole. Sono ben consapevol­e che non sto dicendo niente di nuovo. Sta diventando una specie di moda parlare di sostenibil­ità, mentre i dati e le statistich­e dipingono un quadro preoccupan­te.

È finito il tempo di osservare passivamen­te o di lasciare il peso della responsabi­lità sulle sole spalle dei decisori politici e delle grandi corporazio­ni. Ognuno di noi ha un ruolo da svolgere, dalle scelte quotidiane su cosa mangiamo, come viaggiamo, a come votiamo, possiamo tutti contribuir­e a un movimento globale per il cambiament­o.

L'industria del food e dell'ospitalità, con la sua vasta portata e impatto sociale, ha una leva particolar­mente potente per influenzar­e positivame­nte l'ambiente, l'alimentazi­one, l'agricoltur­a.

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Per informazio­ni: www.giubilesia­ssociati.com

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