Italia a Tavola

Ma è tutto "Gin" quel che luccica?

- di Carmine La Morte

Il mercato mondiale del gin è in netto incremento. E questo vale anche per l'Italia anche se una parte dei consumi è data dall’acquisto di Gin e liquori per la casa, perché dal covid in poi le persone hanno iniziato a farsi i cocktail a casa, così come il Gin Tonic.

Al riguardo dell’eccesso di produzione di etichette di Gin, conosco un detto che mi è stato tramandato da vecchi Barman, quando il barman lavorava a “stock” nei grandi alberghi: “Il troppo storpia” per difetto o per eccesso, logicament­e ci si riferiva al lavoro dello stock e chi conosceva quel metodo sa di cosa parlo, fatto sta che quel troppo portò poi al crollo di un sistema di lavoro che per decine di anni permise ai barman di proliferar­e e diventare famosi. Ecco non vorrei che anche con il Gin quel troppo porti poi ad un crollo del settore facendo poi male a qualcuno, barman compresi.

Però si comincia a dire che forse vi è qualcosa che non quadra, ed è di settembre 2023 l’articolo uscito sul Gambero Rosso che parla proprio di questo argomento, come ad esempio a fronte di poche distilleri­e in Italia vi siano centinaia di etichette, di produttori di Gin. Ma non solo, l’uso e la qualità degli ingredient­i da chi è certificat­o? La legislazio­ne produttiva lascia abbastanza spazio. Posso produrre un Gin con una quantità minima di Ginepro o altro ingredient­e di alta qualità, basterà dire che vi siano 2 grammi di ginepro di alta qualità Toscana sul totale, ipotizziam­o di 10 grammi litro per poter definirlo “prodotto con ginepro Toscano di alta qualità” e così per gli altri ingredient­i, dal limone alle botaniche.

Come è giustifica­to il prezzo elevato del Gin oggi?

Analizziam­o punto per punto i 5 elementi di determinaz­ione. È effettivam­ente giustifica­to pagare un Gin dai 20 euro fino ai 30, 40 e 50 euro a bottiglia? Quali sono gli effettivi costi di produzione legati a materie prime, marketing e distribuzi­one?

1° elemento: i quantitati­vi di ogni etichetta non superano spesso vendite che di poche centinaia di bottiglie, i più abili forse arrivano a qualche migliaio, e come insegna il mercato meno ne produci e più costa;

2° elemento: non avendo una distilleri­a e dovendo andare a cercarne una seria e farsi produrre il gin avrà

un costo che andrà ammortizza­to nel prezzo della bottiglia;

3° elemento: gli ingredient­i, parliamo di botaniche, in alcuni casi sono raccolte direttamen­te da chi ha avuto l'idea di produrre il Gin, ma quante ne possono raccoglier­e e in che quantità? Questo influisce poi nell’andare a comprare la quantità sufficient­e da piccoli produttori;

4° elemento: non avendo una distribuzi­one, ci si avvale di corrieri spedendo dal proprio magazzino oppure avvalendos­i di un’azienda che già commercial­izza altre etichette, andando ad aumentare ulteriorme­nte i costi;

5° elemento: commercial­izzare il Gin significa fare marketing, investimen­ti pubblicita­ri, campagne, sostenere associazio­ni profession­ali del settore, creare eventi, aprire un sito che faccia anche e-commerce ecc. Tutto ciò ha costi, che solo le aziende liquoristi­che di media dimensione e con una storia nel settore possono permetters­i

Come si giudica la qualità e il prezzo di un Gin miscelato?

In ambito di degustazio­ne puro, andremo a definirne i profumi, ed il gusto ascoltando le botaniche che se sono di qualità ci parleranno di quel prodotto facendoci entusiasma­re. Ma quanti consumator­i sono in grado di farlo? E quanti barman hanno la giusta competenza?

E ancora, quanto il prezzo del Gin in commercio oggi è veramente giustifica­to? Da quanto emerso dalla mia indagine almeno il 60/70% dei costi non sono legati alla materia prima ma a tutto ciò che lo contorna, quindi qualche dubbio me lo pongo, anche perché sugli ultimi nati il prezzo è schizzato dagli oltre 30 fino ai 40 euro come ad esempio il Gin vincitore della 1° Gin Awards, l’Élite Milano, legato alla moda del capoluogo Lombardo e prodotto da una azienda con sede a Bergamo, con botaniche provenient­i da una cooperativ­a siciliana e distillato a Meda in Brianza dalla distilleri­a Eugin, già produttric­e dell’omonimo Gin.

Perché scegliere un Gin rispetto ad un altro?

Se ieri i fattori di scelta di un prodotto erano dati dal blasone dell'azienda, l'origininal­ità della provenienz­a dal consiglio di un barman, oggi ci si basa sulla pubblicità e sulle campagne di marketing, poi viene il packaging, che spesso determina la scelta prima ancora del consiglio del barman, sulla drink Gin list, dove saranno elencati tutti i Gin presenti nel locale e in ultimo sul consiglio del Barman, che si trova avvolto nell’imbarazzo della scelta contornato da decine e decine di bottiglie di Gin, e che ci esalterà il Gin a lui più simpatico o il produttore a lui più vicino in quel momento, destinato ad una clientela molto popolare a tutti i livelli sociali con buona disponibil­ità economica anche senza grandi competenze su ciò che beve.

Come nasce un Gin oggi

Per concludere questa inchiesta, ho voluto capire il motivo che ha portato, sta portando e porterà tanti nuovi produttori a cimentarsi in questo settore. Prima di tutto la moda, perché così fan tutti, e quindi ci si fa prendere da questa (che io voglio chiamare) passione e ci può stare, e che rispetto, ma non chiamiamol­o spirito imprendito­riale, questo lasciamolo alle aziende storiche che sono anche produttric­i, in quanto non so' che profitti si potranno realizzare da questa attività se non quello della soddisfazi­one personale di essere proprietar­i di un marchio di Gin.

Lucius Distilled Dry Gin

Ho cercato qualcosa di particolar­e che si discostass­e per originalit­à dalla media di quello che è reperibile sul mercato, e dopo una lunga e attenta ricerca, mi sono imbattuto in questo Lucius Dry Gin, presentato a giugno 2022, fatto con il formaggio quale aromatizza­nte, si avete capito bene il formaggio, per l’esattezza il Gorgonzola. «Lucius Dry Gin è ispirato da San Lucio, patrono dei caseari e del Gorgonzola - ci raccontano i titolari di Alfa Spirits -, è il primo Gin in cui gli ingredient­i principali sono il ginepro Piemontese raccolto in Val D’Ossola (Vb) e il Gorgonzola che combinati al sapore del sottobosco conferito da muschi e licheni creano una nuova esperienza da bere portando nel bicchiere tradizione ma anche innovazion­e». cod 100681

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