Simona Trivellini
Tra cocktail e successi Da Macerata al Binario Zero di Biella
Ci troviamo a Biella per incontrare Simona Trivellini, barlady di adozione biellese. Simona è nata a Macerata, nelle Marche. Sin da adolescente, sapeva di voler intraprendere una carriera a contatto con la clientela. Così si iscrive alle superiori con l’obiettivo di diventare Perito Aziendale con specializzazione in lingue estere. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Vista la scarsa “performance” scolastica, i genitori decidono per punizione, durante l’estate, di mandarla al mare a lavorare. Mai punizione fu così azzeccata. Simona si sentiva a suo agio tra i tavoli a servire le bibite ghiacciate, le sontuose coppe gelato, con i piedi nella sabbia. Capisce subito che quella era la sua strada.
Con il diploma e l’esperienza lavorativa nei locali nella sua valigia, parte alla volta di Londra, dove ricomincia dalla gavetta. Apprende l’arte dell’accoglienza formale, tipica degli anglosassoni, e lavora anche nel locale che ha reso famoso il flair in tutto il mondo, il TGI Friday’s, così come in tanti altri, per circa 9 anni. Poi, parte nuovamente e la troviamo negli Stati Uniti, a Miami, addirittura allo Sky Bar. Per chi non lo sapesse, si tratta di un bar ristorante pensato e ideato da Robert De Niro.
Rientra in Italia e decide di fermarsi per qualche mese nella sua terra natale, nelle marche. Successivamente, va a trovare una sua carissima amica, con la quale aveva condiviso parte delle esperienze lavorative, a Biella.
Chiediamo a Simona cosa significa per una donna affrontare un mestiere così impegnativo, sia all’estero che in Italia. La sua risposta non si fa attendere: «All’estero, la figura femminile sul bancone è sicuramente più apprezzata che in Italia. Le cose stanno cambiando, è vero, ma ci sono ancora troppe difficoltà e diffidenze nei confronti di una donna che vuole avere una carriera nel mondo del bar e dell’accoglienza in generale». Simona continua «Consiglierei ad una giovane che inizia ad esploraLa re questo mondo di essere consapevole che sarà un percorso in salita, ma se saprà essere determinata potrà farcela. Come in un cocktail, occorre avere le giuste dosi degli ingredienti. In questo caso, una buona dose di determinazione, di coraggio, essere sempre preparati e avere tanta fiducia in sé stessi.»
Simona Trivelli si è recentemente associata ad Abi Professional, anche se l’abbiamo spesso vista, prima della sua iscrizione, impegnata nelle varie iniziative dell’associazione insieme al suo compagno Roberto Pellerei, conosciuto affettuosamente come “cugino Bob” per gli amici.
Pensi sia giusto per un professionista far parte di un’associazione? «Credo che non solo sia giusto ma necessario, in un’associazione la condivisione degli sforzi per migliorare qualitativamente la propria professione è una condizione fondamentale. Ad esempio, ho trovato questa dinamica in Abi Professional, ed è per questo che mi sono associata. Vedere le socie che con Abi Professional in Rosa si impegnano per elevare l’immagine delle barlady, specialmente per una nobile causa come la raccolta fondi per una associazione oncologica pediatrica, è un motivo di grande ispirazione».