La Cucina Italiana

Variazioni sulla panzanella

IN PRINCIPIO C’ERANO IL PANE, L’ACETO E LE CIPOLLE. POI È ARRIVATO IL RESTO. MA QUESTA SPECIALITÀ TOSCANA CONSERVA LA SUA ANIMA RUSTICA. E I FORNELLI RESTANO SPENTI

- RICETTE GIOVANNI ROTA TESTI AMBRA GIOVANOLI FOTOGRAFIE RICCARDO LETTIERI STYLING BEATRICE PRADA

Oggi è sufficient­e andare dal fornaio, ma una volta il pane si preparava a casa. E guai a sprecarlo. Quello che avanzava si utilizzava in molte ricette, che ora definiamo “di recupero”, mentre allora erano la base della tavola contadina. In Toscana, fra le preparazio­ni tipiche nate dall’usanza di ammorbidir­e con un liquido il pane secco, c’è la panzanella, detta anche pan molle. La sua semplicità campagnola e la sua freschezza si sono meritate anche l’elogio affettuoso di un grande pittore del Cinquecent­o. Così la descrive il Bronzino: “...ma chi vuol trapassar sopra le stelle di melodia v’aggiunga olio ed aceto e’ntinga il pane e mangi a tirapelle […] una insalata di cipolla trita colla porcellane­tta e citriuoli […] considerat­e un po’ s’aggiungess­i basilico e ruchetta”. Qui non c’è traccia dei pomodori, a quell’epoca solo ornamental­i, mentre si parla dell’erba porcellana, cioè la portulaca, del basilico e della rucola. Qualche appunto, però, se lo guadagna il cetriolo, gradito oppure no a seconda della zona, tanto che in molti ricettari viene riportato come facoltativ­o. Poi c’è l’elemento chiave, il pane, che deve essere quello sciocco toscano, ideale per la sua consistenz­a, perché resta granuloso. Infine, spazio alle varianti locali, come l’aggiunta di tonno, acciughe, uova sode, peperoni. Ma veniamo al nome. Secondo Luciano Bezzini, cultore della Maremma livornese, “pan-zanella” nascerebbe dall’uso contadino di consumare il pane “riciclato” con le verdure sulle sponde delle zanelle, i fossi di campagna. È meno romantica, ma forse più attendibil­e l’origine da panzana, pietanza popolare a base di pan bagnato.

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