La felicità a tavola? Tre pensieri a confronto
“Platone e io” Pietro Leemann Ristorante Joia, Milano
«Ippocrate diceva: “Il cibo sia la tua medicina”. Io invece penso che solo dando spazio al piacere si chiuda il cerchio della salute. La mia scelta è animalista, non salutista: credo che il pesce sia molto salutare, ma non mangio gli animali perché condivido il concetto platonico che tutti siamo inscindibilmente collegati l’uno all’altro. Il mio nuovo piatto Anima mundi, un tortino di piselli e ortiche con strati di insalate selvatiche e frutta alternati a cialde di sesamo e carbone vegetale, vuole esprimere questo ideale».
“Poco ma di tutto” Gaetana Jacono Gola Cantine Valle dell’Acate, Acate (RG)
«Viaggio molto per i miei vini, quindi sono spesso a tavola coi clienti o con gli amici, a Milano o nella tenuta di Valle dell’Acate, in Sicilia. Per sentirmi a mio agio con me stessa ho messo a punto un format quotidiano. Un’ottima prima colazione, con cereali, yogurt, frutta; un mezzogiorno molto frugale, magari con mandorle, noci, semi; una cena leggera con una zuppa, pesce, verdure. Quando ho ospiti, mangio di tutto ma poco. E la mattina dopo, corsa o yoga».
“Sì al gelato!” Antonella Ricci Al fornello da Ricci, Ceglie Messapica, (BR)
«Tra ristorante, scuola di cucina e mamma a tutto tondo, la tentazione maggiore è tamponare la tensione mangiando. Oppure, alla fine del servizio, all’una di notte, bere un bicchiere di birra chiacchierando con mio marito Vinod. Un piacere che pagavo il giorno dopo sentendomi sfasata e appesantita. Adesso mangio alle sei di sera con i bambini e mentre lavoro mi idrato con spremute di limone, zenzero e menta. Così, quando ne ho voglia, posso concedermi un bel gelato».