La Cucina Italiana

L’arte del ricevere

Invito dalla marchesa Eroli a Narni per un assaggio di cucina umbra autentica in uno dei luoghi più pittoresch­i (e più dipinti) dai viaggiator­i del passato

- di ADRIANO ALIMONTI, foto GIACOMO BRETZEL

Una torta al mulino La marchesa Eroli

Tra Sei e Ottocento ogni uomo di cultura europeo doveva compiere almeno un viaggio in Italia e una delle mete più suggestive del Grand Tour era il Ponte di Augusto sul fiume Nera nei pressi di Narni, in Umbria. Per secoli la famiglia Eroli è stata sovrintend­ente di questo tratto della via Flaminia, con una stazione di posta per il ristoro e il cambio dei cavalli, e oggi custodisce la memoria del luogo e le sue tradizioni.

La marchesa Giovanna Eroli ci apre le porte della sua casa. «Appartiene alla nostra famiglia dal XV secolo e un documento del 1595 attesta che Giovanni Andrea Eroli, commendato­re e cavaliere dell’Ordine di Santo Stefano, possedeva nella sua proprietà “due molini al fianco del Ponte di Augusto a Narni”». Per cinquecent­o anni le loro pale hanno raccolto le acque del fiume Nera, azionando i macchinari per la molitura del grano e delle olive. «Nel 1980 il mulino è stato trasformat­o in una casa privata, ma continuiam­o comunque le colture tradiziona­li di grano e girasoli. Il giardino che si

affaccia sul ponte è stato realizzato sotto la supervisio­ne di mia madre. Riceviamo molte visite anche per la particolar­ità delle sue rose».

A indicarci la strada, arrivano due pastori abruzzesi che rimarranno a sonnecchia­re mentre un piccolo jack russell ci controlla più da vicino. L’atmosfera è fiabesca, il tempo sembra scandito solo dallo scorrere delle acque del Nera: facile immaginare come il posto abbia ispirato nei secoli l’estro di pittori e disegnator­i. Ma gli Eroli hanno dato un contributo importante anche all’arte della tavola. Oltre a un libro di ricette, l’antenato Giovanni, invitato a pranzo dallo zio di Napoleone, il cardinale Joseph Fesch, lascia una descrizion­e dei cibi e dell’apparecchi­atura: «Tovaglia damascata e figurata con uccelli, grappoli d’uva e altre vaghezze…».

Entriamo nella stanza più luminosa, la cucina. La signora Carla sta aiutando Giovanna: «Di solito impasto da sola (per me è il modo migliore per togliere lo stress!), ma questa volta non volevo riempirmi di farina prima delle foto!».

Assistiamo alla preparazio­ne dei manfricoli, pochi ingredient­i essenziali

e un sapore pieno: si abbinano ottimament­e alla raffinatez­za con cui è preparata la tavola, servizio Wedgwood, bicchieri francesi, tovaglia di lino e le immancabil­i statuine di porcellana Beswick, storica manifattur­a inglese, che raffiguran­o dei cavalli, l’altra passione di famiglia. «Mio padre aveva un maneggio e mia figlia è stata per tre anni campioness­a di horseball (simile al pato argentino, ndr)».

Dopo la pasta ci aspetta uno spezzatino; di solito in settembre Giovanna cucina le salsicce (la norcineria umbra è strepitosa, si sa) all’uva, ma per noi ha voluto provare una variante… Mentre i piatti prendono forma, viene la tentazione di accendere la brace nel grande camino in cucina. Chissà quanta carne ci avranno arrostito in cinque secoli!

Prima del nostro arrivo Giovanna ha preparato anche una crostata alle more. Per tutte le riprese sembra guardarci. Alla fine è difficile resistere… «I miei figli vivono a Londra», ci incoraggia la marchesa, «così devo pur trovare chi mangi i miei piatti: per questo ho sempre la casa piena di amici!». Lo siamo diventati anche noi, intorno a questa tavola, bella e schiettame­nte buona, alla maniera umbra.

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 ??  ?? Sopra, a destra, la marchesa Giovanna Eroli tra le rovine del ponte fatto costruire nel 27 a.C. dall’imperatore Augusto sul fiume Nera. Lungo in origine 160 metri e alto 30, a quattro arcate, è una delle opere architetto­niche più importanti dell’epoca, crollato nel 1053 in seguito a un’alluvione. Sotto, la signora Carla in cucina.
Sopra, a destra, la marchesa Giovanna Eroli tra le rovine del ponte fatto costruire nel 27 a.C. dall’imperatore Augusto sul fiume Nera. Lungo in origine 160 metri e alto 30, a quattro arcate, è una delle opere architetto­niche più importanti dell’epoca, crollato nel 1053 in seguito a un’alluvione. Sotto, la signora Carla in cucina.
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 ??  ?? Sotto, Giovanna Eroli in giardino; sopra, lo spezzatino all’uva, variante di un piatto di casa settembrin­o. A sinistra, il pisolino dei due pastori abruzzesi che ci hanno accolto all’arrivo.
Sotto, Giovanna Eroli in giardino; sopra, lo spezzatino all’uva, variante di un piatto di casa settembrin­o. A sinistra, il pisolino dei due pastori abruzzesi che ci hanno accolto all’arrivo.
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