DALLE ORECCHIETTE DELL’ARCO ALLE FERMENTAZIONI CONTEMPORANEE
Oggi in città si gira tranquilli ovunque, anche da soli, ma per scoprire gli indirizzi giusti e gustarsela, è consigliabile avere una guida. La nostra è Flavia
Giordano (spaghettiabc.com), esperta in cibo e archeologia. Insieme abbiamo attraversato Jarche Vasce (l’Arco Basso), ingresso alla Bari Vecchia dove le massaie vendono ancora le orecchiette sulla soglia e i panifici sfornano metri quadrati di focaccia con i pomodori: la numero uno è da Fiore (strada Palazzo di Città 38), ma El Focacciaro (via Cognetti 43) è lì lì. Abbiamo fatto un giro da Terza Luna
(terzaluna.com), la piccola bottega di tè, tisane e spezie scoperte da Bea e Andrea durante i loro viaggi nel mondo, e da
Bilabì (bilabi.it) per una birra artigianale anticanicola. Un buon indirizzo per pranzo è la vineria Est! (vineriaest.com): nel menu fave e cicoria, uno dei piatti tipici del giorno, ed etichette naturali. Un tour gastronomico a Bari può essere infinito, tra panzerotti ripieni e pasticciotti alla crema, tra il porto di pesca e i mercati nei vicoli, dove si trovano decine di erbe selvatiche sconosciute. Nel regno quasi esclusivo della tradizione, si fanno largo anche proposte contemporanee, come la cucina rivisitata di Antonio Scalera alla
Bul (ristorantelabul.it) e il menu a base di erbe selvatiche, fermentazioni e ingredienti esotici delle Giare (legiareristorante.it), un ristorante intimo, con luci soffuse e libri sui tavoli. «Non serviamo gli intrattieni (olive, lampascioni e altri antipasti tipici)», spiegano i cuochi Antonio Bufi e Lucia Della Guardia, ma la nostra cucina è locale anche se usiamo shiso e sakè. L’ultima tappa è da Speakeasy (speakeasybari.it), che per drink e design potrebbe essere a Londra. E per dormire? Hotel Imago
(hotelimago.it), con bar, atelier e libreria, o Casa con vista (tel. 3683984314), davanti al mare in piazza Mercantile.