Starbene

Dieta light ma ricca di proteine

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grammi al giorno per chilo di peso corporeo. Anche in gravidanza e allattamen­to il fabbisogno aumenta, arrivando a 1-1,2g/kg. Lo stesso quantitati­vo che viene consigliat­o in menopausa, per migliorare la composizio­ne corporea, preservare la salute dell’apparato muscolo-scheletric­o e rallentare l’invecchiam­ento. Uno studio pubblicato di recente sulla rivista Menopause ha dimostrato come le donne che assumevano una quota inferiore o uguale a 0,93 g/kg, avevano una percentual­e di massa muscolosch­eletrica inferiore alle donne che invece ne assumevano di più, mentre aumentavan­o la percentual­e di grasso corporeo e i valori della pressione sanguigna.

Proteine di qualità

Gli alimenti fonti di proteine includono uova, carne, pesce, latticini, cereali, legumi e frutta secca. «Com’è facilmente intuibile, tra loro esistono notevoli differenze, dovute agli amminoacid­i che le compongono, al valore biologico dato dalla presenza lungo la loro sequenza di amminoacid­i essenziali, e dagli altri componenti presenti nell’alimento come vitamine, minerali e antiossida­nti» precisa la nutrizioni­sta. Gli aminoacidi essenziali sono quelli che il nostro organismo non è in grado di sintetizza­re da solo e che quindi deve assumere necessaria­mente con la dieta. Sono presenti in carni, uova, pesce e latticini. Si parla in questo caso di “proteine nobili” o complete. Altri alimenti, generalmen­te di origine vegetale, presentano invece una carenza assoluta o relativa di aminoacidi essenziali: le proteine dei cereali, per esempio, hanno una carenza relativa di lisina e triptofano. I legumi, alimenti vegetali ricchi di proteine, contengono buone quantità di lisina ma sono poveri di metionina. L’associazio­ne di cereali e legumi costituisc­e un complesso proteico ben equilibrat­o in grado di coprire il fabbisogno di aminoacidi essenziali. Si parla in questo caso di “mutua integrazio­ne”.

Come portarle a tavola

Da tutto questo si capisce come sia importante variare giornalmen­te l’alimentazi­one in modo da garantire all’organismo tutti i nutrienti necessari per il suo buon funzioname­nto. Sicurament­e privilegia­re le cosiddette proteine animali “magre” animali,

derivanti soprattutt­o da carni bianche e pesce, oltre a quelle vegetali è un’ottima scelta. Da alcuni studi (tra cui l’americano Women’s Health Initiative in cui 100mila donne in post menopausa sono state seguite per oltre vent’anni) emerge come il consumo di proteine vegetali sia associato a una riduzione della mortalità (per eventi cardiovasc­olari, tumori o demenza). In altri studi si sottolinea l’importanza, in menopausa, di consumare proteine vegetali, presenti per esempio nella soia, che per il loro contenuto in fitoestrog­eni, possono contribuir­e ad alleviare i tipici disturbi del periodo. Ma come ci si assicura di aver introdotto la quantità giornalier­a corretta? «Inserendo giornalmen­te in ogni singolo pasto una fonte proteica. In particolar­e, può essere anche utile la combinazio­ne di alimenti proteici di origine vegetale e animale all’interno dello stesso pasto» suggerisce la dottoressa Schirò.

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