IL SUO INCONFONDIBILE AROMA ACCOMPAGNA OGNI MOMENTO DELLA NOSTRA GIORNATA. DALLA COLAZIONE ALLA CENA
a cura di Alessandro Gnocchi, testo di Mariarosa Schiaffino, ricette di Claudia Compagni, foto di Luca Colombo/studio XL, styling di Sissi Valassina
Ma la storia del caffè comincia molto prima ed è ricchissima di personaggi, eventi e leggende. Dalle origini arabe, con Maometto in persona che ne fa la bevanda della cultura islamica perché (a differenza dell’alcol) è capace di dare lucidità mentale e favorire il controllo delle passioni con la ragione, si arriva alla scoperta europea della bevanda. Dopo l’assedio di Vienna da parte dei Turchi nel 1683, sventato il pericolo che l’occidente cadesse nelle mani dei saraceni, si diffusero i locali dove si preparava una miscela dolcificata a base di quei chicchi abbandonati dagli invasori nella ritirata. Fu Georg Kolschitzky, un ufficiale polacco, a intuire le potenzialità del caffè come bevanda di intrattenimento sociale.
Tutta questa affascinante storia nasce con la scoperta della Coffea arabica, la pianta di origine etiopica che fornisce i chicchi preziosi. Il suo utilizzo e la sua coltivazione si sono diffusi velocemente in tutte le zone tropicali del mondo conquistando vastissime regioni dell’america centrale e meridionale, dell’africa e dell’asia. Se qui si trovano le piantagioni, il mercato del caffè ha i suoi punti decisionali a New York, Londra e Le Havre, dove vengono contrattate le merci e decisi i prezzi del mercato. Ma quanto il consumatore gusta nella tazzina dipende dalla torrefazione (e poi dalla macinazione e dalla miscelatura) che trasforma quei chicchi crudi, detti anche verdi, all’origine privi di profumo, in delizie inebrianti.
I professionisti distinguono negli aromi il “cioccolato”, il “fiorito”, il “fruttato”, il “pan tostato”, per dirne solo alcuni, che sono i più graditi e i più evidenti nella varietà Arabica, un po’ meno in quella Robusta, meno pregiata.