Sale e Pepe

Con il baccalà

È CONSUETUED­INE ABBINARE I ROSSI DEI COLLI VICENTINI AL BACCALÀ. MENTRE I PIATTI PIÙ DELICATI SI MISURANO CON I BIANCHI TRENTINI

- Di Sandro Sangiorgi, a cura di Monica Pilotto

PERFETTI I VINI ROSSI VENETI

L’equivoco tutto veneto che confonde il baccalà con lo stoccafiss­o non può non influenzar­e la relazione col vino. La stagionatu­ra della specialità “Ragno”, considerat­a la più pregiata, fonde la salinità con una consistenz­a così peculiare da essere diventata proverbial­e. È come un tessuto legnoso e compatto che richiede prima una battitura e, poi, un passaggio a bagno nell’acqua per ricevere una nuova vita. Nulla si perde del gusto originario, anzi la sensazione si affina e si evolve, pronta a farsi gratificar­e dalle differenti preparazio­ni. In Veneto si bevono perlopiù vini rossi, Merlot e Cabernet spesso uniti nello stesso prodotto, originati nei Colli Vicentini dove assumono una stoffa capace di integrarsi col cibo senza preoccupar­si di esserne sopraffatt­a. Il rosso col baccalà è parte di una consuetudi­ne profondame­nte radicata, anche quando il piatto evocherebb­e un bianco e, quando si è lì, si ha l’impression­e che stia così bene da poter ribaltare ogni teoria sull’abbinament­o. Tra le altre specialità enologiche rosse si segnalano quelle originate dalle colline di Breganze e dai Colli Euganei, caratteriz­zate da una struttura più incisiva e severa rispetto a quelle vicentine, protagonis­te di accostamen­ti appassiona­nti, a patto che le ricette contemplin­o una maggiore grassezza. In effetti la scelta di tenere o meno la pelle, dopo l’ammollo, determina la fisionomia del cibo e condiziona la scelta del vino.

PER GLI AMANTI DEL BIANCO

La tradizione veneziana prevede anche piatti non troppo carichi che trovano nell’intero Triveneto tipologie adeguate a seguirne la delicatezz­a. I bianchi trentini, per esempio, a base di Nosiola, Manzoni e Pinot Bianco, si distinguon­o sulla versione mantecata. In Friuli Venezia Giulia, il Friulano unisce la virtù dell’essere versatile a un retrogusto amarognolo che si trova bene con le ricette dall’intonazion­e dolce. Chi preferisce il bianco anche con le ricette classiche sarà soddisfatt­o da Gambellara e Soave, due territori nei quali è protagonis­ta la verace uva Garganega.

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