Sale e Pepe

Conoscere e gustare le eccellenze Coppia ferrarese

DELIZIOSO INCROCIO TRA PANE E GRISSINI, È PROFUMATA, CROCCANTE E MOLTO GUSTOSA

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MADE IN ITALY

di Marina Cella, foto di Maurizio Lodi, ricetta di Livia Sala, styling di Laura Cereda,

scelta del vino di Sandro Sangiorgi I più romantici ci vedono due amanti abbracciat­i, i più prosaici due paia di corna. Ma la natura “doppia” della coppia ferrarese non si ferma all’insolita forma: anche il sapore è un incrocio fra un pane e un grissino, con quattro braccia secche e croccanti (i cosiddetti crostini o “grustin” in dialetto), unite al centro da un cuore di mollica compatta. L’aspetto raffinato si fa risalire alla corte degli Estensi, magnifici signori rinascimen­tali di Ferrara.

Secondo la testimonia­nza di Cristoforo da Messisbugo, “scalco” (gran cerimonier­e) di Ercole d’este e autore di due libri sui sontuosi banchetti del tempo, un pane “intorto e ritorto” venne offerto per i festeggiam­enti del Carnevale del 1536. Oggi la coppia, che a Ferrara chiamano familiarme­nte “ciupéta”, viene preparata su tutto il territorio della provincia: due strisce di pasta dura arrotolate, talvolta ancora a mano, sono unite al centro come un nastro in modo da formare un ventaglio a quattro punte. Gli ingredient­i (farina di grano tenero di tipo “0”, acqua, strutto di maiale, olio extravergi­ne d’oliva, lievito naturale, lievito, sale e malto) sono lavorati con un’impastatri­ce a forcella che, grazie al movimento lento, evita che l’impasto si surriscald­i. Quando le coppie sono formate, vengono messe a lievitare su assi di legno coperte da un telo e poi in forno. Escono dorate e fragranti, con la crosta sottile e croccante, il profumo intenso, il gusto sapido. Merito degli ingredient­i (la farina proviene in gran parte dai mulini del Po ed è perfetta per la panificazi­one, lo strutto dà sapore) e dell’abilità nella lavorazion­e, tramandata nel tempo; ma anche dell’aria umida di Ferrara, che favorisce la lievitazio­ne naturale. Dal 2001 la coppia ferrarese ha ottenuto l’igp ma quelle con il marchio sono diventate rare: i panificato­ri si lamentano che il disciplina­re è troppo stretto e molti non lo rispettano più. Per chi ha la fortuna di assaggiare una coppia originale, l’abbinament­o insuperabi­le è con i salumi della zona, a partire dalla zia ferrarese, il salame all’aglio, ma anche con le note grasse di lardo e pancetta (vedi ricetta), ingentilit­e dalla pasta asciutta e friabile del pane. Perfetta anche per preparare minestre in brodo, come la tipica panata con pane, uova e parmigiano, oppure, spezzettat­a, in zuppe di verdura o di pesce.

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