Sale e Pepe

Enoteche con cucina

IL FASCINO DELLE ANTICHE OSTERIE SI RINNOVA IN LOCALI CONTEMPORA­NEI CHE OFFRONO VINI ECCELLENTI E CUCINA DI QUALITÀ

- Di Paola Mancuso, in cucina Claudia Compagni, foto di Felice Scoccimarr­o, styling Stefania Aledi

Informali ma non troppo, sono la versione moderna delle osterie...

Dall’alto: l’enoteca Bar a Vino, nella piazza principale di Fermo, nelle Marche.

La Vineria Tre Galli, nello storico quartiere del Quadrilate­ro, a Torino.

L’enoteca Vizzini, a San Lazzaro di Savena,

appena fuori Bologna.

C’erano una volta le osterie, locali con mescita di vino che offrivano anche piatti semplici o, più spesso, spuntini di accompagna­mento: uova sode, assaggini di pesce, di formaggi, di salumi. A Venezia si chiamavano bàcari, in Piemonte piole, nella zona dei Castelli romani fraschette; qualcuno è sopravviss­uto, meta ambita da turisti a caccia di tradizioni. Fedeli al concetto di “vino con cibo attorno”, le osterie contempora­nee sono enoteche dove le buone bottiglie sono il punto di forza dell’offerta, completata, però, da piatti di qualità, a base di prodotti del territorio. Rispetto ai ristoranti, i moderni enobistrot hanno l’indiscutib­ile vantaggio di suggerire etichette diverse senza costringer­e i clienti a ordinare necessaria­mente un’intera bottiglia. Perché, sia chiaro, in enoteca si va soprattutt­o per degustare nettari di livello. Il nostro tour dedicato agli amanti del vino inizia a Torino, alla Vineria Tre Galli (3galli.com), costola enoica dello storico ristorante Tre Galline. Immancabil­i i tajarin con pesto di tartufo nero e il vitello tonnato, ma meritano l’assaggio anche le pappardell­e con tonno di coniglio e la tartare di carne e

acciughe al verde. La carta dei vini (1.200 etichette) è tra le migliori in città. Riccardo De Giuli, il titolare, racconta: “Negli anni abbiamo cercato di dare verticalit­à ad alcune etichette sia di bianchi sia di rossi che ritenevamo meritevoli di invecchiar­e in cantina. Tra questi, certamente i grandi Barolo e Barbaresco, ma anche i bianchi della Cantina Sociale di Terlano”. Tra le chicche, la Doc più piccola d’italia, il Loazzolo, ricavato da uve di Moscato bianco. Aggiunge De Giuli: “Ogni settimana cambiamo i vini in mescita, proposti nella dose di 10 e 15 cl. Proponiamo 3-4 spumanti (di cui almeno uno champagne), 4-5 bianchi, un rosato, 4-5 rossi e 3 dolci o passiti.” Appena fuori Bologna, Domenico Vizzini (enotecaviz­zini. it) ha in menu spuma di mortadella con pistacchi e aceto balsamico e i tipici passatelli, ma i tanti piatti di pesce rivelano le sue origini siciliane: dai calamari ripieni di scamorza al pesce spada. Siciliano è pure il vino che suggerisce in felice abbinament­o al suo flan di baccalà: uno Chardonnay biologico, dal delicato profumo di fiori e frutta. Affacciata con un loggiato quattrocen­tesco su una delle piazze più belle di tutte le Marche, l’enoteca Bar a Vino, a Fermo (tel. 0734 228067), è stata ricavata da una chiesa sconsacrat­a. La gestisce da 18 anni l’oste e cuoco Peppe Rossi insieme alla moglie Roberta, sommelier. Il menu cambia ogni giorno, perché la cucina è ben attenta ai prodotti di stagione, sempre freschi, spesso Dop, come per i formaggi, e dai presidi Slow Food: lombatina di agnello biologico, mele rosa, pecorino e tartufo nero dei Sibillini, cicerchia di Serra de’ Conti. Come per la sua cucina, anche per i vini Peppe punta sui prodotti del territorio, come il Rosso Piceno Doc e l’autoctono Pecorino di Offida, un bianco Docg proposto in versione biologica in abbinament­o alla zuppa di cicerchie. Ogni giorno la mescita propone circa 15 etichette tra bianchi, rossi e vini da dessert.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy