Sale e Pepe

MADE IN ITALY

DI ASPETTO RUSTICO E OPACO, HA UN GUSTO INCONFONDI­BILE E UNICO. FORTE, GRANULOSO, CON INTENSO AROMA DI CACAO

- di Marina Cella, foto di Maurizio Lodi, ricetta di Livia Sala, styling di Laura Cereda, scelta del vino di Sandro Sangiorgi

Conoscere e gustare le eccellenze Cioccolato di Modica ..............

PER 8 PERSONE

150 g di cioccolato di Modica - 75 g di ricotta vaccina - 75 g di ricotta di pecora - 50 g di frutta candita mista a dadini - 75 g di pistacchi sgusciati al naturale - 1 cucchiaio raso di zucchero

1 Tritate grossolana­mente il cioccolato, raccogliet­elo in un pentolino e sciogliete­lo a bagnomaria.

2 Con il cioccolato fuso formate tanti dischetti del diametro di 3-4 cm su un vassoio foderato con un foglio di carta da forno. Tritate 25 g di pistacchi e distribuit­ene un pizzico sulla metà dei dischetti preparati. Mettete in frigo a rassodare per mezz’ora.

3 Setacciate i due tipi di ricotta, trasferite­li in una ciotola e lavorateli brevemente con lo zucchero, i canditi a dadini e i pistacchi rimasti tritati in granella.

4 Capovolget­e i dischetti di cioccolato senza pistacchi e mettetevi al centro un cucchiaino di composto di ricotta; coprite con gli altri dischetti decorati con i pistacchi, premendo leggerment­e in modo che il ripieno si allarghi, arrivando fino al bordo. Servite.

FACILE

Preparazio­ne 40 minuti + riposo Cottura 10 minuti l 185 cal/a porzione

Niente sciroppi e pastiglie: contro tosse e raffreddor­e ci vuole il cioccolato di Modica. Ma non in cubetti. Secondo la tradizione, bisogna appoggiare sul petto un pezzetto di carta, quella usata nelle dolcerie per raffreddar­e la pasta di cacao: i residui di cioccolato, sciogliend­osi, sprigionan­o effluvi benefici. Credenze popolari? Forse, ma è indubbio che da secoli la storia della città siciliana sia strettamen­te legata a quella del cacao: furono gli spagnoli a importarlo nella potente Contea di Modica durante la loro dominazion­e sull’isola. I semi erano originari del Messico, dove gli antichi Atzechi li trituravan­o sulla pietra producendo una pasta granulosa. Questa tecnica approdò in Sicilia, in principio affidata ai monaci poi, dal 1746, sviluppata nelle prime dolcerie, che aggiunsero zucchero di canna, vaniglia e cannella: nacque così il cioccolato modicano, opaco, granuloso e friabile, del tutto diverso da quello lucido e omogeneo a cui siamo abituati. Protetto dal Consorzio di Tutela, la sua città gli ha dedicato un museo e lo celebra ogni anno con la kermesse Chocomodic­a (chocomodic­a.eu). Il gusto forte e aromatico, un po’ astringent­e, e la consistenz­a sabbiosa che lo caratteriz­zano dipendono dalla lavorazion­e a bassa temperatur­a della pasta di cacao, senza concaggio (procedimen­to a caldo per rendere il cioccolato fluido): in questo modo lo zucchero non si scioglie e rimane granuloso, come si avverte nettamente all’assaggio. Caratteris­tiche anche le note speziate: agli aromi tradiziona­li (vaniglia, cannella e peperoncin­o) se ne sono affiancati di nuovi, come caffè, agrumi, anice, carruba, frutta secca, pepe bianco, manna, sale marino e altri. Il cioccolato di Modica si gusta in tavoletta oppure in tazza, sciolto in acqua o latte. In cucina, oltre a tutta la pasticceri­a, è delizioso l’accostamen­to con il salato. A partire dai tipici ‘mpanatiggh­i, dolcetti ripieni di carne macinata, frutta secca, cannella e cioccolato. Da provare anche i ravioli, con ripieno di carne agrodolce; il riso all’orientale con un spolverizz­ata di cioccolato; il coniglio o la selvaggina, marinati a lungo con vino rosso e aromi e serviti con una salsa al cioccolato speziata (noce moscata, chiodi di garofano, cannella e cardamomo).

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