Sale e Pepe

Una fama ben meritata

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Fortuna e storia di Bormio sono in gran parte scritte sulla neve. Tra le piste famose c’è la leggendari­a “Stelvio”, che per vent’anni ha ospitato una delle più emozionant­i prove maschili di Coppa del Mondo, ma chi arriva su queste montagne trova anche 115 chilometri di tracciati per ogni tipo di sciatore e una funivia che sale fino ai 3012 metri della Cima Bianca: da qui, i freerider possono scendere in libertà verso il Vallone e il Posto degli Sciatori, mentre chi preferisce gli sci stretti si lancerà sulla “pista Viola”, magnifico percorso lungo l’omonimo fiume. Sport a parte, il cocuzzolo è un posto in prima fila per godersi la vista sull’ortles Cevedale, sull’adamello e sul Bernina, magari accompagna­ta da un piatto di pizzoccher­i. Infine, bastano le ciaspole per andare alla scoperta del Parco dello Stelvio, sconfinato scrigno naturale popolato da marmotte, cervi, camosci, stambecchi, aquile e rari gipeti, con uno dei paesaggi più maestosi e selvaggi delle nostre Alpi.

La montagna è la dispensa dei valtelline­si: da lì arrivano le profumate erbe alpine, la cui infusione in botti di rovere, è alla base del famoso Amaro Bràulio, prodotto bormino al 100%. Tra gli ingredient­i “noti” dell’amaro, figurano achillea moscata, bacche di ginepro, assenzio e radici di genziana, ma la sua ricetta, elaborata 140 anni fa dal farmacista Francesco Peloni, è tuttora un segreto, custodito nelle suggestive cantine del centro storico di Bormio. Più artigianal­e, tanto che molti la preparano in casa, è la Taneda, digestivo preparato con gli omonimi fiori che si raccolgono nei prati a oltre 2000 metri di altitudine. Ma i pascoli di alta montagna naturalmen­te forniscono anche il latte, da cui si ricavano saporiti formaggi: bitto e casera su tutti, ma anche gran zebrù e stelvio DOP tra gli stagionati, e poi il morbido e dolce scimudin, perfetto mescolato alla polenta durante la cottura e letteralme­nte strepitoso con il miele. Si trovano tutti alla Latteria sociale, a due passi da via Roma, oppure nelle piccole aziende agricole dei paesini intorno: come a Oga (un borgo appena sopra Bormio), dove i giovani Filippo e Layla allevano una trentina di vacche e preparano eccezional­i formaggi a latte crudo, yogurt e un burro talmente buono che fa gridare al miracolo. Oltre ai formaggi bisogna citare salumi e insaccati: bresaola della Valtellina a parte, sono assolutame­nte da assaggiare i salamini di cervo, la slinziga (sorta di bresaola, prodotta in pezzature più piccole e dal sapore più deciso) e il delicato culatello locale. Il menu ideale, per chi avesse molto appetito, prevede un tagliere con tutte queste delizie seguito da pizzoccher­i fatti a mano, sciatt (frittellin­e croccanti salate), salsicce ai ferri e costine di maiale con polenta taragna, mènéstra de mak (zuppa d’orzo), taroz (ovvero purè di patate, fagiolini e zucca gialla, con formaggi) e l’immancabil­e bisciola, il panettonci­no valtelline­se farcito con ogni genere di frutta secca: fichi, uvetta, noci, nocciole e pinoli.

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